Auto Usa alla resa dei conti, Wagoner in bilico

Per l’auto il fronte continua essere caldissimo sia in Europa sia negli Stati Uniti. Al centro, in entrambi i casi, la richiesta di sussidi per far fronte alla crisi economica. Ma il vero colpo di scena potrebbe arrivare da Detroit: il numero uno di Gm, Rick Wagoner, in rotta di collisione con il proprio cda, comincerebbe a valutare la possibilità di togliere il disturbo. Sarebbero infatti le sue dimissioni a sbloccare la situazione e a dare il segnale di cambiamento che la maggior parte dei parlamentari attende. Di qua e di là dall’Atlantico, in questi giorni, la parola è intanto passata alle potenti lobby dei vari costruttori, tutte impegnate a premere sulle autorità politiche affinché mettano mano al portafoglio. È il caso, in particolare, di Gm Europa che ha scatenato tutta la sua forza persuasiva in ben quattro Stati del Vecchio continente (Germania, Belgio, Spagna e Regno Unito): in gioco c’è il destino del marchio Opel-Vauxhall. Intanto, mentre la Commissione Ue sembra aver innestato la retromarcia sulla questione CO2, Francia e Germania sono sempre più determinate a difendere, con iniziative comuni, l’industria delle quattro ruote. L’asse Parigi-Berlino è ufficiale da ieri, dopo l’intervento congiunto di Nikolas Sarkozy e Angela Merkel nella capitale d’Oltralpe. Anche il capo dell’Eliseo, visti i seri problemi di Renault e Psa Peugeot Citroën, si è deciso a far diventare prioritaria la questione automobilistica, rispetto al tema del nucleare e a quello agricolo. E sempre a Parigi, secondo Les Echos, si penserebbe alla costituzione di un fondo a sostegno del comparto. All’iniziativa parteciperebbero gli stessi costruttori e le aziende della componentistica. Le case automobilistiche, però, non perdono d’occhio quanto sta accadendo a Bruxelles dove comincia a delinearsi un’intesa sul nodo CO2. C’è uno spiraglio affinché si decida per un taglio delle emissioni pari al 18%, a 130 grammi per chilometro, a partire dal 2012. Il programma di riduzione sarà portato a compimento nel 2015. Inoltre, ci sarebbe anche un accordo di massima tra i «27» affinché gli scarichi di anidride carbonica vengano tagliati a 95 grammi per chilometro entro il 2020. Alcuni produttori di auto compatte, tra cui il gruppo Fiat, potrebbero essere temporaneamente esentati dalle regole generali. Se passasse una norma del genere, sarebbe un successo soprattutto italiano.
Attraverso i ministri Prestigiacomo e Ronchi il nostro Paese è impegnato da mesi a difendere la realtà industriale italiana. Da Bruxelles a Detroit: il 2 dicembre i vertici di Gm, Ford e Chrysler si ripresenteranno davanti al Parlamento. Per Rick Wagoner, Alan Mulally e Bob Nardelli sarà l’incontro da ultima spiaggia. I piani che presenteranno, incentrati sugli investimenti a favore dell’ambiente nonché sulla produzione di vetture più efficienti e compatte, dovranno essere convincenti e senza sbavature.

Negli Stati Uniti corre anche voce che la posizione del presidente di Gm, Wagoner, sia sempre più in bilico. «Se è quello che serve - ha detto il top manager in un’intervista - allora metterò sul tavolo il mio mandato».

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