«Ma che figura...». Se il Pd condivide al cinquanta per cento con il sindaco la responsabilità del pasticciaccio sulle non-dimissioni di Stefano Boeri, gli altri partiti della coalizione avranno meno peso politico, ma subiscono come gli altri il giudizio degli elettori. E limpressione a neanche sei mesi dalle elezioni è di una squadra allo sbando. Che dovrebbe lavorare sui progetti e a far quadrare il bilancio invece di ingaggiare prove di forza. I gruppi che hanno sfilato davanti al sindaco per la consultazione-farsa sul rientro dellarchistar in giunta - «è già tutto scritto sui giornali del mattino» ammettono - non gli nascondono le parole «fatica» o «imbarazzo» nel rapportarsi con i milanesi che domandano che aria tira sullaffaire Boeri. La capogruppo della Sinistra x Pisapia Anita Sonego ascoltava ieri mattina le telefonate degli ascoltatori a Radio Popòlare. E ha ammesso, «non si può buttar fuori Boeri per ragioni personali, abbiamo regalato il sogno arancione e ci perdiamo dietro a questa vicenda cinque giorni». Gli affondi dellarchistar su un presunto stra-potere che il Comune starebbe lasciando a Roberto Formigoni sullExpo, peraltro, sono convidisi anche da una parte della sinistra radicale. Basti ricordare una dura intervista del presidente dellaula Basilio Rizzo giusto una settimana fa a Panorama.
A ribaltare lesito di una vicenda che venerdì scorso, dopo lo strappo in giunta il comunicato durissimo di Pisapia sembrava scritto, è stata anche la mobilitazione dei salotti e supporter dellassessore sui social network. Insieme alla marcia indietro del Pd che in corso dopera ha capito che licenziare il capolista da 13.500 preferenze e lex candidato alle primarie poteva far comodo a molti (come la capogruppo Carmela Rozza che fatica più a gestire lesuberanza comunicativa dellarchitetto che a trattare con Pdl e Lega), ma rischiava di rivelarsi un boomerang di proporzioni. Il sindaco, riferisce qualche esponente della sinistra dopo il faccia a faccia, ha sopportato sei mesi il braccio di ferro con lex sfidante alle primarie. Che non avendo digerito il ruolo da subalterno si è smarcato praticamente su ogni tema, da Expo alla cultura alla vendita di Sea-Serravalle. Ma Pisapia riferiscono «ha voluto rimarcare con un gesto forte il sindaco sono io, lo ha rimesso in riga e ora sarà un sorvegliato speciale». Ammettendo con tutti che «Boeri non è un assessore qualunque» e «non ci sarebbe stata una simile levata di scudi per altri».
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