Autogol del Pdl: per 500 voti la spunta un ex dc

Achille Variati sindaco per un pugno di schede: al primo turno il centrodestra era in vantaggio

Vicenza - Clamoroso: la bianca Vicenza diventa un po’ rossa. Nella città dove Lega e Pdl avevano appena fatto il pieno alle Politiche e dove, al primo turno delle amministrative, pure il distacco tra il candidato del centrodestra e quello del centrosinistra era stato di otto punti buoni, è finita al Pd.
Achille Variati, attuale consigliere regionale, già sindaco democristiano (corrente rumoriana) dal ’90 al ’95, ha battuto per 527 voti Amalia Sartori, già presidente del Consiglio regionale del Veneto e attualmente europarlamentare di Fi.

Al di là dell’esiguo scarto, la sconfitta di Pdl e Lega, ai quali, dopo il primo turno, si erano aggiunti anche Udc e lista Cicero, dal nome dell’assessore di An uscito dal partito e gratificato da un incredibile 9 per cento di consensi, ha del clamoroso. In pochi l’avevano prevista, nemmeno lo stesso Variati che ha festeggiato indossando una cravatta rosa acquistata per l’occasione.

«Ha vinto la persona - ha commentato -. Ero consapevole che nel momento in cui io e Lia Sartori ci fossimo confrontati direttamente la città avrebbe scelto la persona e non il partito. Sentivo una grande voglia di cambiamento in città ma fino all’ultimo non osavo sperare in una vittoria così».

Dall’altra parte Lia Sartori la prende con filosofia: «Nel secondo turno hanno votato ventimila vicentini in meno e, numeri alla mano, sono venuti a votare tutti per Variati quelli che nel primo turno avevano dato la preferenza alla lista “No Dal Molin”. Molti elettori della nostra area, invece, sono mancati all’appello».

Esulta il vicentino che più ha fatto discutere in questa campagna elettorale, Massimo Calearo, ex presidente di Federmeccanica e neodeputato Pd: «Vicenza può diventare un laboratorio politico di esempio nel momento in cui il Pd sta cercando di dare corpo alla nuova stagione di cambiamento iniziata da Walter Veltroni».

Malumori in Lega che avrebbe voluto come sindaco Manuela Dal Lago, presidente della Provincia poi dirottata a Montecitorio: «Avessimo candidato lei non avremmo avuto problemi a vincere». Sono forse fischiate le orecchie a Giancarlo Galan, governatore del Veneto, vicino alla Sartori e lontano dalla Lega: «Si sa che il nostro elettorato tende tradizionalmente a disertare i ballottaggi».

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