
Tornano gli incentivi per le auto elettriche. Dopo mesi di attesa e rinvii, da settembre scatterà la nuova ondata di contributi per chi rottama un vecchio veicolo a combustione e sceglie di passare a una vettura a zero emissioni. Una misura che rientra nel grande piano di transizione ecologica, ma che questa volta porta con sé una novità di peso: i fondi arrivano direttamente dal Pnrr, e non sono pochi. In totale, sul piatto ci sono 597 milioni di euro.
Un pacchetto corposo, pensato per cittadini e microimprese, calibrato in base al reddito e alla categoria del veicolo acquistato. L’obiettivo? Rinnovare il parco auto, ridurre lo smog nelle città e – almeno nelle intenzioni – dare una spinta concreta alla mobilità sostenibile.
Chi potrà beneficiarne
Il bonus è destinato alle persone fisiche e alle microimprese – cioè, quelle realtà con meno di 10 addetti e fatturato sotto i 2 milioni – che operano o risiedono nelle cosiddette aree urbane funzionali. In pratica: centri sopra i 50mila abitanti e zone limitrofe interessate da pendolarismo quotidiano. Per ottenere l’incentivo sarà obbligatoria la rottamazione di un veicolo con motore termico fino a Euro 5. Un requisito pensato per spingere fuori dalla circolazione le auto più inquinanti e fare spazio a veicoli elettrici puri, meglio se prodotti in Italia.
Bonus su misura
Il nuovo schema di aiuti prevede una serie di soglie graduate in base all’Isee del richiedente:
- 11.000 euro per chi ha un Isee inferiore o pari a 30mila euro;
- 9.000 euro per chi rientra tra i 30 e i 40mila euro.
Il contributo è una tantum e limitato a un solo componente per nucleo familiare. Il beneficiario deve essere intestatario del mezzo da rottamare da almeno sei mesi, ma può cedere il bonus a un altro membro maggiorenne del proprio nucleo. Più sostanzioso il contributo per le microimprese, che possono ricevere fino a 20.000 euro per ogni veicolo commerciale elettrico (categorie N1 e N2), nel limite del 30% del prezzo di acquisto. Anche in questo caso, l’acquisto dovrà rispettare le regole del regime “de minimis”.
Come accedere agli incentivi
Il percorso passa attraverso la piattaforma informatica sviluppata da Sogei, la stessa società del Mef che già gestisce numerosi servizi digitali per la PA. Lì sarà possibile registrarsi, inserire i propri dati e generare il bonus. Una volta emesso, sarà il concessionario a dover convalidare il contributo entro 30 giorni, pena la decadenza. Se il bonus non viene validato, torna disponibile nel plafond residuo e potrà essere nuovamente richiesto. La scadenza ultima per l’uso degli incentivi è fissata al 30 giugno 2026, in linea con i tempi del Pnrr.
Le auto acquistabili con bonus devono appartenere alla categoria M1, avere almeno quattro ruote, massimo 8 posti passeggeri oltre il conducente, ed essere totalmente elettriche (Bev). Il prezzo massimo, invece, deve corrispondere a 35mila euro, Iva e optional esclusi, come da listino ufficiale della Casa produttrice.
Le parole del Governo
“Con questo nuovo schema di incentivi vogliamo accelerare la transizione anche nel settore della mobilità privata e commerciale”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, sottolineando come il contributo sia “calibrato per chi ha redditi più bassi e per le microimprese, perché la transizione deve essere sostenibile anche dal punto di vista sociale”.
Parole che confermano la linea dell’Esecutivo: spingere l’elettrico, sì, ma tenendo d’occhio il tessuto economico più fragile. Tuttavia, restano alcuni nodi: l’effettiva accessibilità del prezzo finale, la copertura delle infrastrutture di ricarica e il rischio che le famiglie con Isee basso non possano comunque permettersi un’auto nuova, nemmeno con l’incentivo.
Un’occasione da non perdere
Con quasi 600 milioni a disposizione e una scadenza fissata tra meno di due anni, gli incentivi rappresentano un’opportunità concreta.
Tuttavia, la loro efficacia reale dipenderà, come sempre, dalla capacità del sistema di renderli fruibili in tempi rapidi, senza inutili complicazioni burocratiche. E, soprattutto, dalla reale domanda di elettrico in un Paese dove il mercato sembra ancora restio a fare il salto di qualità.