Stellantis, Tavares: "Batterie Lfp per ridurre i costi delle auto elettriche"

Il futuro potrebbe essere rappresentato dagli accumulatori al litio-ferro-fosfato, più economici ma dotati di inferiore capacità di stoccaggio energetico

Stellantis, Tavares: "Batterie Lfp per ridurre i costi delle auto elettriche"

L'obiettivo è quello di dotare le auto elettriche di un tipo di batteria meno costosa per rendere più appetibile ai consumatori l'idea di acquistare una Bev: a svelare i piani di Stellantis, che ha quindi scelto di allinearsi alla strategia già seguita da numerose concorrenti, è l'amministratore delegato del gruppo Carlos Tavares.

Batterie Lfp

Dotare i veicoli di accumulatori al litio-ferro-fosfato (Lfp) significa proporre sul mercato delle vetture più economiche, visto che si parla di batterie meno costose delle più diffuse nichel-manganese-cobalto (Nmc). Inevitabile, tuttavia, dover rinunciare a qualcosa di molto importante, dato che i dispositivi Lfp hanno una inferiore capacità di stoccaggio di energia.

Un sacrificio da fare per arrivare al target della classe media, come ha rivelato l'amministratore delegato nel corso della conference call sugli annuali risultati finanziari:"Abbiamo bisogno delle Lfp e avremo le Lfp perché, in termini di costi, garantiscono la possibilità di realizzare auto a prezzi accessibili per le classi medie".

Carlos Tavares, tuttavia, resta abbottonato sui dettagli relativi alla strada che Stellantis ha deciso di percorrere, non fornendo alcuna informazione né sulle tempistiche di realizzazione del progetto né tantomeno sulla fonte di approvvigionamento delle nuove batterie Lfp.

Per ora il gruppo continua a investire sulla tecnologia Nmc, dato che tra 2024 e 2026 in Europa nasceranno tre enormi fabbriche di batterie di auto elettriche, finanziate grazie alla joint venture Acc (Automotive Cells Company) con Mercedes (Daimler) e TotalEnergies. Secondo i piani degli investitori, la prima di esse (quella di Douvrin in Francia) dovrebbe esssere attiva dalla seconda metà del 2023, facendo partire ufficialmente la produzione dall'inizio dell'anno successivo.

Le concorrenti

La tecnologia Lfp consente, tuttavia, di produrre vetture elettriche risentendo meno del rincaro di materie prime che ha reso ancora più proibitivo l'approvvigionamento di nichel, cobalto e manganese. Ma chi ultilizza già questo genere di accumulatori?

In primis proprio Tesla, che per realizzare le versioni base delle sue Model 3 e Y, acquista batterie Lfp dalla cinese Catl. Le stesse cinesi Xpeng, Nio e MG, giocando "in casa", hanno già adottato questa soluzione.

Secondo Benchmark Minerals, infatti, la Cina resta l'incontrastata leader nell'ambito della produzione di batterie al litio-ferro-fosfato, toccando il 99,5% delle forniture e il 97% della capacità manifatturiera (fino al 2030).

Proprio in considerazione di ciò, anche Ford ha scelto la soluzione Catl per realizzare in casa (Michigan) una fabbrica di produzione di batterie Lfp in grado di alimentare, a partire dal 2026, circa 400mila vetture l'anno.

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