
Brescia, 17 giugno 2025. La corsa più bella del mondo riparte. Come ogni anno, la 1000 Miglia è molto più di una gara: è un viaggio nella storia, tra meccanica e memoria. Quest’anno, a settant’anni dalla sua nascita, tra le auto in gara brilla un’icona popolare: la Fiat 600. Un modello che ha fatto la storia dell’Italia quotidiana e che oggi, grazie a Stellantis Heritage, torna a percorrere quelle strade che l’hanno resa simbolo di un’epoca.
Il nostro viaggio, il viaggio del Giornale, inizia qui: a bordo della 600 della collezione Heritage, in mezzo a un convoglio d’eccezione che riunisce anche Maserati e Alfa Romeo. Ma è proprio lei, la piccola-grande Fiat, a catalizzare gli sguardi. Non per i cavalli o le prestazioni, ma per la sua capacità di raccontare un pezzo d’Italia. Progettata da Dante Giacosa nel 1955, compatta, semplice e geniale, la 600 nasce con l’obiettivo di motorizzare l’Italia del dopoguerra, affiancando e poi superando la 500 “Topolino”.

E settant’anni dopo, torna a raccontarlo curva dopo curva. La 1000 Miglia 2025 si snoda in cinque tappe: Brescia-San Lazzaro di Savena, poi i Passi della Raticosa e della Futa puntando verso Roma per risalire attraversando Toscana e Romagna e ancora gli Appennini incrociando il percorso di andata, scendendo fino a Empoli per poi risalire ancora lungo la costa tirrenica, valicare il Passo della Cisa e chiudere la penultima tappa a Parma prima dell'arrivo a Brescia. Un percorso a otto che richiama lo spirito delle prime dodici edizioni storiche, corse tra il 1927 e il 1957. In tutto, oltre 400 auto d’epoca attraversano 1.900 chilometri di salite, curve e borghi incastonati nella memoria collettiva. Una prova di regolarità che mette alla prova mezzi, ma soprattutto storie. Accanto a noi, che saremo a bordo della 600, ci sono anche due capolavori: la Maserati A6 GCS/53 e l’Alfa Romeo 1900 Super Sprint.
Ma la Fiat racconta un’altra storia, più intima e popolare: quella delle famiglie italiane, delle vacanze in quattro su una sola panchina, dei sogni piccoli e possibili.
“La partecipazione della Fiat 600 è un gesto carico di significato”, spiega Roberto Giolito, Head of Stellantis Heritage. “È un’auto che ha unito funzionalità ed emozione. Nella sua apparente semplicità, c’è tutta la forza della progettazione italiana”.
Quello che viviamo tappa dopo tappa (e che potrete seguire quotidianamente sul sito del Giornale) non è solo una rievocazione storica, ma un racconto che si rinnova.
La gente applaude, si commuove, riconosce in questa piccola vettura qualcosa di familiare. Perché la 600 non è nata per gareggiare, ma ha sempre saputo sorprendere. Oggi lo fa di nuovo, tra bolidi da sogno e motori ruggenti, silenziosamente protagonista.
Il Giornale seguirà ogni istante a bordo della storica Fiat 600, raccontando luoghi, incontri e momenti inediti.
In un mondo che corre veloce, la 600 ricorda che la vera grandezza si misura nel tempo. E il suo, settant’anni dopo, non si ferma mai, perché le grandi storie si scrivono a ogni chilometro di strada.