Giulio Lancellotti racconta l'evoluzione della mobilità e come Bosch si sta inserendo in questo ambito

Giulio Lancellotti, Manager Globally Responsible for Software and Services di Bosch, ci descrive in che modo sta cambiando la mobilità e il ruolo che ha la tecnologia nel rendere la vita dell'automobilista elettrico più semplice ed efficiente

Giulio Lancellotti racconta l'evoluzione della mobilità e come Bosch si sta inserendo in questo ambito

Il settore delle quattro ruote è cambiato rispetto soltanto a pochi anni fa. La mobilità elettrica sta cercando di farsi breccia nel tessuto sociale e culturale del Paese, ma c'è ancora molto da fare per renderla più fruibile e comprensibile, anche a chi alza degli altissimi muri di diffidenza. Bosch si sta impegnando in questo campo nello sviluppare soluzioni tecnologiche che abbiano come obiettivo finale quello di rendere la vita dell'automobilista elettrico più semplice. Ne abbiamo parlato con Giulio Lancellotti, Manager Globally Responsible for Software and Services di Bosch, che ci ha illustrato con cura le innovazioni della sua azienda nel campo della mobilità.

Intanto vuole dirci due parole su di sé, presentandosi al pubblico?

"Mi occupo all'interno del Gruppo Bosch di tutto ciò che riguarda software e servizi nel campo della mobilità. Questo è il mio scopo, il mio incarico. Dunque, seguo tanto i clienti che producono automobili, come Stellantis, quanto chi offre servizi di mobilità. In definitiva, ho uno spettro abbastanza ampio sia in termini di portafoglio tecnologico che di quello clienti".

Quali sono gli attuali ostacoli della mobilità elettrica, e in quale modo Bosch pensa di risolverli?

"Per superare gli ostacoli attualmente vigenti, dal punto di vista aziendale, Bosch cerca di introdurre dei contenuti tecnologici di altissimo profilo, che permettano di migliorare l'esperienza del cliente in ambito elettrico. Chiaramente lo facciamo, e in questo siamo stati dei pionieri, nell'andare a posizionarci su due filoni: servizi di ricarica e servizi del pacco batteria. Il primo rende la vita dell'utente più facile nell'andare a fornire accesso a un network che conta - a livello globale - 700.000 punti di ricarica pubblici con esperienza di guida "one stop shop", che permette di autenticare, pagare la ricarica e occupare la colonnina con un'unica operazione veicolata tramite l'unity della macchina, o tramite l'app. La seconda consente di solcare due strade: una sul monitoraggio di quello che è l'asset principale della batteria e, una volta finito il suo ciclo, produrre un certificato di nuova vita che consenta di generare altro valore e di aprire il business del re-brokering e della second life; oppure monitorare servizi come il vehicle to grid, detti anche servizi ancillari, che ridurrebbero i costi perché avere un rilevamento puntuale nella vita utile del veicolo permette di sapere cosa potrebbe succedere e prevenire quei fenomeni detti "sound and death", che corrispondono a una morte improvvisa del mezzo".

In questa strada si inserisce anche il sistema Convenience Charging?

"Sì, il Convenience Charging è di fatto il nome commerciale che abbiamo dato alla soluzione di servizi di ricarica che, in gergo tecnico, vengono chiamati eMSP (e-Mobility Service Provider). Sono tutte quelle realtà che offrono accesso a un network di ricarica".

In che modo il sistema Convenience Charging impatterebbe sulla vita degli automobilsti?

"Prima di tutto riducendo l'ansia di avere pronto un punto di ricarica che possa supportare la propria esperienza in elettrico, potendo godere di una coverage state of the art e benchmark di livello mondiale; poi, un altro vero vantaggio sarebbe quel filone tecnologico legato all'autenticazione che stiamo tutt'ora percorrendo. Un esempio su tutti è l'ISO 15118 Plug & Charge che è un servizio che il mercato sta iniziando a riconoscere, rendendo la vita dell'utente della mobilità elettrica più semplice possibile. Inoltre, stiamo sviluppando anche la creazione di profili Energy Packaging dedicati come, ad esempio, un'ora di ricarica gratis presso i punti di un determinato provider".

Invece, in quale maniera la soluzione Bosch Battery and the Cloud aiuterà le batterie delle auto elettriche a essere più longeve?

"Sicuramente grazie a un modello che noi chiamiamo ibrido, che combina l'esperienza nel mondo dell'intelligenza artificiale a modelli elettrochimici, che permettono di avere una combinazione di competenze che vengono anche dalla storia che abbiamo all'interno del comparto batterie, e che consentono di andare a capire - con quello che potrebbe essere un concetto di Digital Twin, quindi il gemello digitale del pacco batteria - il comportamento del pacco batterie stesso. Lo facciamo sul pacco batteria, perché Bosch vede in quest'ultimo l'asse più importante, o di maggior valore, di un veicolo elettrico. Abbiamo deciso strategicamente di posizionarci in questo scenario di batterie ad alto voltaggio, e non in quello di componentistica, perché è qui che abbiamo un vantaggio competitivo importante".

Abbiamo accennato brevemente al Gruppo Stellantis, del quale fa parte anche Maserati che di recente si è legata a Bosch. A cosa andranno incontro i clienti del Tridente tramite i vostri servizi?

"Bosch e Maserati si sono incontrate in un momento storico propizio, perché il Tridente ha la grande voglia di lanciare la Bevolution all'interno del comparto dell'elettrico, e vuole farlo in modo unico tramite un'esperienza di guida sopraffina, mentre noi abbiamo l'audacia e ambizione di entrare nel campo dei software e dei servizi. Nel dettaglio, i clienti Maserati vivranno un'esperienza unica legata all'accesso al network più importante a livello globale e una esperienza premium per l'assistenza ai punti di ricarica h24 e in diverse lingue. Questo renderà il modo di vivere una Maserati elettrica davvero unico".

Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale, all'interno dello sviluppo dei vostri software, che incidenza ha attualmente e che ruolo ricopre?

"Sta diventando un fattore preponderante in combinazione con tutti quelli che sono i trend di machine learning, occupando sempre più spazio nelle proposte tecniche che noi stiamo portando sul mercato. Non facciamone una questione di moda, noi la applichiamo ove vediamo che possa darci un vantaggio tecnico rilevante. Ad esempio, nell'invecchiamento di un pacco batterie o nella gestione di un'anomalia diventa un quid di sicuro valore aggiunto".

Cosa possiamo aspettarci da Bosch nel prossimo futuro?

"Senza dubbio l'ambizione di fare ingresso stabilmente nell'ambito dei software e dei servizi a livello globale, non solo relativamente al comparto auto, ma anche in quello orientato ai servizi di mobilità. Noi vorremmo essere abilitatori di questo nuovo mondo che si sta aprendo all'interno del contesto della mobilità stessa.

Sharing, noleggio medio-lungo, sono tutti temi che fino a qualche decennio fa non venivano nemmeno presi in considerazione, mentre adesso il mercato sta cambiando fortemente, così come il concetto di auto di proprietà. Noi vogliamo essere presenti con le nostre tecnologie, hardware e software, su questi nuovi trend".

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