Jaguar XJ220, folle e affascinante supercar britannica

La Jaguar XJ220 è figlia di un sogno che si è trasformato in realtà affrontando mille difficoltà e cambiamenti. Tra primati e record, la supercar britannica incanta ancora adesso

Jaguar XJ220, folle e affascinante supercar britannica

"The Saturday Club", potrebbe tranquillamente essere il nome di un gruppo di amici che si ritrova nel weekend per giocare una partita di calcetto, o per fare un salto al bar con una pinta di birra in mano. E invece no, questo è il gruppo di lavoro formato da alcuni tecnici di Jaguar che ha permesso di dar vita alla XJ220, una delle supercar più estreme dei primi anni Novanta e dal sapore tremendamente british. Un sogno nella testa e la volontà ferrea di sviluppare una macchina che fosse in grado di strapazzare la tosta concorrenza dell'epoca, questo è lo spirito che ha animato quei coraggiosi che si radunavano fuori dall'orario di lavoro. Il sabato per l'appunto.

Dal sogno al prototipo

La strada per arrivare al traguardo era lunga, perché Jim Randle, capo ingegnere Jaguar, cominciava a rimuginare su questa vettura già a partire dal 1980. Per colpire la fantasia dei vertici del brand inglese bisogna attendere il 1988; ben otto anni più tardi. L'auto aveva due posti secchi, la trazione integrale per avere maggiore aderenza e maneggevolezza in curva, ma soprattutto un mostruoso motore V12 che permettesse alla purosangue di Sua Maestà di raggiungere una velocità massima al di sopra dei 320 km/h. I punti di riferimento erano la Ferrari F40 e la Porsche 959, due modi differenti di interpretare le supercar, ma entrambe efficacissime nello sprigionare una centrifuga di potenza ed emozioni.

Jaguar XJ220, guarda la gallery 11

Viene dato il semaforo verde al progetto e il sensazionale prototipo di Jaguar XJ220 viene presentato con furore al British Motor Show '88. Sotto al cofano sfoggiava un possente propulsore da 12 a V da 6,2 litri di clindrata, in grado di sviluppare 500 CV, realizzato dalla Tom Walkinshaw Racing. Anche il sistema di trasmissione integrale diventa realtà grazie alla FF Developments che in passato aveva ottenuto eccellenti risultati con la Jensen FF, altra celebrità britannica a quattro ruote degli anni Sessanta. Infine, per il design venne assoldato Keith Helfet, che scelse la soluzione esotica delle porte "a forbice" incernierate sul davanti, come capitava con alcune Lamborghini. Come nome venne scelto XJ220 perché questa cifra corrispondeva alla velocità massima sprigionata in miglia orarie (354 km/h circa). Il prototipo forse aveva qualche difetto di troppo sulla bilancia, ma tuttavia si difendeva più che egregiamente. L'auto venne annunciata ufficialmente nel 1989 con un prezzo di £361.000 pari a 580.000 dollari e gli acquirenti interessati dovevano versare in anticipo 50.000 sterline per essere inseriti nell'esclusiva lista.

Di serie è tanto diversa

Trascorsi due anni dall'annuncio di uscita, della supercar di Jaguar non c'era ancora l'ombra. Le difficoltà tecniche ed economiche del progetto si scontravano con il sogno iniziale e per questo si giunse a un'auto di serie che fu tutta un compromesso. Le rinunce che vennero portate avanti erano tante e, da subito, fecero arrabbiare i clienti che avevano già staccato un sostanzioso assegno nelle casse della fabbrica di Coventry. Dunque, prima di tutto cambiava il motore, dal V12 si passava a un più modesto V6 di derivazione MG Metro 6R4, la piccola inglese protagonista nelle comeptizioni rally; in secondo luogo non ci fu neppure la conferma delle porte "a forbice", eccessivamente costose. L'ultima girovolta è stato l'addio della trazione integrale per una più convenzionale "solo dietro".

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In ogni caso, il motore 3,5 litri era addirittura più potente dell'originale, arrivando a 550 CV di potenza massima a 7000 giri. Nonostante un'esuberanza superiore, per quello che di fatto è stato il primo V6 della stora di Jaguar, i clienti non apprezzarono il canto proveniente dalla scarico, troppo fiacco, il ritardo del turbo e la mancanza della trazione integrale. Quello che invece subì una bella impennata fu il prezzo finale richiesto: oltre 470.000 sterline. Ovviamente in moltissimi si sentirono raggirati e agirono per vie legali contro la Jaguar, con cause milionarie. La tiratura restava limitata a 350 unità, ma le rinuncie furono tante.

Jaguar XJ220 tra velocità e sogni infranti

Martin Brundle, ex pilota di F1, girò sull'anello ad alta velocità di Nardò oltre i 349 km/h di velocità massima al volante della XJ220, che si confermò inarrestabile anche nel temibile Nurburgring Nordschleife, il circuito punto di riferimento per le prestazioni. Sull'insidioso asfalto dell'inferno verde, la sportivissima britannica registrò il record sul giro per un'auto di serie con un tempo di 7:46.36; primato che rimase intatto per ben 8 anni.

La Jaguar XJ220 è stata prodotta fino al 1994 in 281 esemplari ed è tutt'ora l'auto più veloce mai costruita dal produttore britannico. Fra i suoi clienti si annoveravano star del calibro di Elton John e personalità di spicco come il sultano del Brunei.

Al di là delle difficoltà, quel sogno nato di sabato pomeriggio si è sviluppato fino a diventare un mito immortale dell'automobilismo. La follia e l'imperfezione, spiccate qualità umane, rendono questo gioiello ancora più amabile.

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