Kia Niro Tri-Fuel: l’ibrida a GPL che non ha rivali

Unica nel suo genere, la crossover coreana abbina ibrido e gas per ridurre costi ed emissioni, senza rinunciare a comfort e praticità

Kia Niro Tri-Fuel: l’ibrida a GPL che non ha rivali

Kia Niro è già conosciuta per essere una delle crossover più versatili sul mercato, proposta in versione full hybrid, plug-in e 100% elettrica. Ma con la variante Tri-Fuel, che abbina la tecnologia ibrida tradizionale a un impianto a GPL sviluppato con BRC, la casa coreana ha creato qualcosa di unico: un’auto capace di coniugare risparmio nei rifornimenti, minori emissioni e i vantaggi fiscali riservati sia alle ibride sia alle auto a gas. Non è soltanto un’alternativa economica alla benzina: è una soluzione intelligente per chi macina molti chilometri e cerca una vettura comoda, spaziosa e adatta anche alle famiglie. Si parte da 34.750 euro, circa 2.550 in più rispetto alla più tradizionale ibrida full, a pari allestimento Business.

Motore e piattaforma

La Niro Tri-Fuel nasce sulla stessa base della gemella full hybrid, con il noto 1.6 benzina a ciclo Atkinson da 105 CV abbinato a un motore elettrico da 32 kW, per una potenza complessiva di 126 CV, qualcuno in meno rispetto alla Niro tradizionale. La differenza sta nell’impianto GPL, montato in Italia da BRC, che ha trovato posto nel vano dedicato al ruotino di scorta, senza sacrificare spazio al bagagliaio. La bombola ha una capacità effettiva di circa 40 litri, sufficiente per percorrere fino a 700 km con un pieno da meno di 30 euro. Un risultato reso possibile anche dalla buona efficienza del sistema ibrido, che sfrutta la spinta elettrica in città e nei tratti a bassa velocità. Interessante la garanzia: nonostante l’adattamento a gas fatto dalla ditta cuneese, Kia ha confermato i 7 anni o 150.000 km, a dimostrazione della fiducia riposta in questa soluzione, nonché nei suoi prodotti.

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Prova su strada

Al volante, la Niro Tri-Fuel conferma le doti di comfort e facilità di guida della sorella a benzina. La differenza di potenza rispetto alla full hybrid (129 contro 126 CV) è impercettibile, perché la prontezza del motore elettrico in partenza garantisce comunque una risposta vivace nelle riprese e nelle manovre cittadine. Le sospensioni filtrano bene buche e giunti, senza irrigidirsi nonostante i chili aggiuntivi della bombola, e il livello di silenziosità resta apprezzabile, seppur non dei migliori. In modalità Eco le levette al volante regolano il recupero di energia e la decelerazione su quattro livelli, mentre in Sport diventano comandi manuali per il cambio a doppia frizione. Preciso e rassicurante il comportamento su strada, con un sistema di guida semiautonoma sempre presente ma non invadente, utile soprattutto in autostrada. Resta invariata l’indole turistica di Niro, ancor più accentuata dalla presenza del GPL, che sicuramente non è incline alle prestazioni. Si tratta di un’auto da guidare con tranquillità, senza richiedere il massimo spunto. Presenta qualche incertezza sulle strade di montagna, laddove i sistemi ibridi mostrano spesso delle difficoltà: il propulsore a benzina inizia a diventare più rumoroso e l’elettrico non riesce a supportare fornendo sufficiente coppia, soprattutto a batteria scarica. In tutti gli altri contesti invece, si è dimostrata convincente e perfettamente a suo agio.

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Consumi

La vera arma vincente della Niro Tri-Fuel è il rapporto tra percorrenze e costi di gestione. A benzina il consumo medio è di circa 19/20 km/l, ma a GPL si scende a circa 17 km/l equivalenti (sebbene non esista una vera integrazione della strumentazione con i valori del GPL). Detto così sembrerebbe uno svantaggio, ma visto che il GPL costa meno della metà della verde, il bilancio è nettamente positivo. Facendo qualche calcolo rapido, si capisce subito che servono dai 50 ai 65 mila km per recuperare i 2.500 euro di sovrapprezzo rispetto alla versione full hybrid, dopo di che il risparmio diventa tangibile. Da considerare, però, una manutenzione leggermente più frequente: le candele vanno sostituite ogni 90.000 km anziché 150.000, i filtri del gas ogni 15.000 km, e la bombola deve essere cambiata dopo 10 anni (con una spesa di circa 500 euro). Nel complesso, la Tri-Fuel resta comunque una delle ibride più economiche da gestire sul lungo periodo, oltre ad assicurare la maggior autonomia garantita dai due serbatoi. Sommando i 42 litri della benzina con i 40 litri del GPL, si possono percorrere potenzialmente più di 1.300 / 1.500 km senza dover fare rifornimento. Inoltre, tra i vantaggi tangibili di questo modello, vi è anche la possibilità di rientrare all’interno della soglia dei 100 g di CO2 per 100 km. Questo (solo per la versione con cerchi da 16”), le permette di accedere gratuitamente a molte ZTL sul suolo italiano, tra cui la “famigerata” Area C di Milano, da poco passata da 5 a 7,5 euro ad accesso e, a breve, sarà estesa anche ai weekend.

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Com’è fuori

Esteticamente la Kia Niro Tri-Fuel non si distingue dalle altre versioni della gamma, mantenendo un look personale e moderno, con la tipica calandra a “tiger nose” e proporzioni da crossover compatta (442 cm di lunghezza). La linea è equilibrata e slanciata, con fari sottili e dettagli che richiamano lo stile hi-tech del marchio. La bombola GPL non toglie spazio al bagagliaio, che rimane di 425 litri: una capienza buona per una famiglia, con il plus del portellone motorizzato di serie. Seppur meno accattivante, la versione con cerchi da 16" le permette di accedere gratuitamente a molte aree ZTL, grazie al minor consumo, mentre la versione con cerchi da 18", risulta più appagante alla vista e raffinata.

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Com’è dentro

A bordo l’ambiente è luminoso e accogliente, con materiali curati e una buona qualità percepita. L’unico elemento che rivela la presenza del GPL è il tasto di commutazione, collocato sul tunnel centrale insieme all’indicatore di livello del gas. Poco accattivante e ormai superato come approccio, ma denota una certa semplicità costruttiva che risponde al concetto di concretezza. Premendolo, si attiva o disattiva la doppia alimentazione, e i led verdi suggeriscono quanto GPL è ancora disponibile nel serbatoio: manca però un’indicatore vero dell’autonomia residua del gas. Per il resto, nulla fa pensare a un’auto “convertita”. Lo spazio è notevole per quattro adulti, con un divano posteriore comodo e numerosi vani portaoggetti. Si viaggia anche in cinque senza alcun problema, grazie all'assenza di un tunnel centrale per i piedi del passeggero centrale posteriore. Il sistema multimediale da 10,25” è completo e reattivo, con grafica chiara e funzioni di connettività avanzate, anche se Android Auto e Apple CarPlay funzionano solo via cavo: un peccato, ormai tutte le concorrenti presentano la connettività wireless.

Non manca la ricarica a induzione per smartphone, mentre chi cerca un impianto audio più raffinato deve rassegnarsi: l’hi-fi Harman Kardon non è disponibile sulle versioni GPL, perché il subwoofer avrebbe dovuto occupare lo spazio riservato alla bombola. Sempre utili poi le prese USB-C sullo schienale dei sedili anteriori, così come il porta giacche sagomato, sempre sul retro dei sedili.

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