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Land Rover Defender 90, la prova nell’offroad piacentino

La Defender è un mezzo meccanico che non nasce per moda o sfizio, ma per una reale necessità. L'abbiamo provata in quello che da sempre è il suo vero habitat: la campagna. Ecco come è andata

Land Rover Defender 90, la prova nell’offroad piacentino

La nuova versione dell’iconica 4x4 inglese è forse una delle auto che più ha fatto – e fa tuttora- discutere. C’è chi l’accusa di aver perso l’identità di mezzo meccanico spartano pronto ad affrontare anche i tracciati più impervi e chi invece si è lasciato da subito affascinare dal nuovo design, dagli interni confortevoli e dalla tecnologia volta alla piacevolezza di guida anche nella vita di tutti i giorni. Non entreremo nel merito delle questioni estetiche, lasciando questa valutazione all’indiscutibile gusto del singolo. Vogliamo concentrarci invece sul tema dell’usabilità cercando di arrivare ad una risposta concreta al dubbio se la nuova Defender sia ancora una vera fuoristrada. Per farlo non siamo andati in Africa o su tracciati da gara offroad bensì abbiamo scelto quello che da sempre è il vero habitat della Defender: la campagna.

Land Rover Defender 90, le foto della nostra prova nell’enduro piacentino 8

Non una campagna a caso, siamo infatti nel Piacentino, un territorio che ha nel suo DNA l’amore e la cultura per l’enduro. La nostra prova parte però dal trafficato centro di Milano dove la Defender 90 regala un comfort di guida a cinque stelle; la maneggevolezza di quest’auto dalle dimensioni non certo da citycar è davvero sorprendente. Abbiamo in prova la versione più corta a 3 porte ma questa stessa facilità di spostamento è percepibile anche sulle versioni più lunghe – 110 e 130 – che ho avuto la possibilità di guidare in altre occasioni nel traffico di Milano e Roma. Proseguiamo con un breve trasferimento autostradale; anche qui nulla da dire. I più pignoli potrebbero avvertire un leggero disturbo acustico di sottofondo dato dall’impatto con l’aria; percepibile certo ma più che accettabile e soprattutto giustificabile ad un mezzo che ha l’aerodinamica di un cubetto del Lego.

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Arriviamo così ad imboccare l’incantevole SS45, la Strada Statale della Val Trebbia, territorio di “Smanettoni” soprattutto motociclisti che qui trovano un tracciato di curve e panorami che lasciano senza fiato. Curve che alla guida della Defender 90 lasciano abbastanza indifferenti. Non è certo questo il mezzo con il quale lanciarsi in sessioni di guida stile GP. Pur trovandosi completamente al di fuori dei suoi confini, la Defender non infastidisce con un eccessivo rollìo, anzi la dinamica di marcia rimane pulita e distesa al pari di una “normale” automobile che non si trova tra i 21,8 cm a 36 cm da terra, a seconda delle impostazioni di guida selezionata. Ci allontaniamo dal fondovalle risalendo una stretta strada a tornanti ed entriamo nel vivo della nostra prova.

L’itinerario è stato studiato apposta con la consulenza di un istruttore federato d’enduro per poter testare la versatilità della Defender su un tracciato che preveda la continua alternanza di fondi differenti dall’asfalto alla ghiaia, dal fango alla pietra smossa. Nulla d’estremo considerando che l’esemplare di Defender in prova è equipaggiato con pneumatici standard, cerchi da 20 pollici e nessuna modifica all’assetto; una versione “civile” quindi, così come esce dal concessionario. Ai fini del racconto sarebbe stato forse bello a questo punto poter iniziare la narrazione di un’esperienza estrema, dove la Defender 90 ci lascia a piedi nel bel mezzo di un bosco impantanata in una pozza di fango e noi disperati a cercare aiuto mentre la notte sorge e circondati da branchi di lupi.

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È andato però – fortunatamente per chi scrive, forse meno per chi legge – tutto splendidamente bene e la sola cosa da riportare il divertimento di guida provato al volante della Defender. Menzione d’onore va fatta al motore 3.0 diesel mild hybrid da 249 CV, collegato ad una power unit alimentata da una batteria da 0,23 kWh, ed alla sua erogazione rotonda e fluida; ideale a mantenere un ritmo di marcia allego e i consumi dalla parte della ragione. Il suo dolce spunto iniziale si è rivelato l’ideale per affrontare quei piccoli ostacoli che capita d’incontrare su carrarecce e sterrati. Ma del resto cosa potevamo aspettarci? La Defender è un mezzo meccanico che non nasce per moda o sfizio, ma per una reale necessità. La necessità di chi viveva nella campagna inglese di potersi spostare in piena sicurezza anche dove l’asfalto non era – e non è – ancora arrivato.

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Negli anni la Defender in tutte le sue versioni e varianti è stata poi adottata in molte altre parti del mondo con la stessa necessità di mobilità e trasporto, diventando così l’icona di uno stile di vita. Nell’anno domini 2023, la Defender sfoggia un’estetica sicuramente più curata delle sue antenate; con interni accoglienti rifiniti anche, volendo, con materiali di pregio per andare incontro ad un nuovo pubblico più esigente. Questi dettagli sono però solo estetica e non vanno assolutamente a discapito del suo DNA di auto da fuoristrada.

La trazione integrale, le sospensioni pneumatiche, il sistema Terrain Response che dallo schermo nella plancia permette di variare la risposta di motore e cambio e non ultimi i differenziali a controllo elettronico e bloccabili sono gli assi che la nuova Defender non ha perso dalle maniche; un equipaggiamento tecnico che le consente non solo eccezionali prestazioni in offroad ma anche una più elevata piacevolezza di guida su strada rispetto ad una classica configurazione con ponti rigidi.

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