Pirelli P Zero, la gomma che ha rivoluzionato la guida. E continua a farlo

Pirelli P Zero, pneumatico simbolo delle alte prestazioni si rinnova: sostenibilità, tecnologia, sicurezza al servizio delle supercar di oggi e di domani

Pirelli P Zero, la gomma che ha rivoluzionato la guida. E continua a farlo

Se c’è un nome che, nel mondo delle alte prestazioni su strada, non ha bisogno di presentazioni, è P Zero. Dal 1985 ad oggi, questo non è solo un pneumatico: è un simbolo, un’icona, una promessa mantenuta. Firmata Pirelli. Una dichiarazione di guerra alla mediocrità. Dietro quella sigla, c’è molto più di una gomma: c’è una filosofia della guida, c’è la storia recente dell’auto sportiva. E c’è, soprattutto, il futuro.

Come nasce la famiglia

Il debutto risale al 1985. Siamo in piena era turbo, Lancia presenta la Delta S4 Stradale e Pirelli riceve la chiamata: servono gomme in grado di tenere attaccata al una bestia da rally difficilmente addomesticabile. La risposta fu rivoluzionaria: un nuovo pneumatico, pensato da zero per le alte prestazioni. Da qui il nome: P Zero. Un inizio. Una dichiarazione d’intenti. Quella gomma diede il via a un’intera categoria, gli Ultra High Performance. Da allora, tutto è cambiato. Ma P Zero è rimasto lì, sempre un passo avanti.

Oggi quella sigla si è fatta famiglia. Una famiglia evoluta, ampia, capace di parlare a ogni declinazione della mobilità d’élite. Dalla supercar termica alla granturismo elettrica, dalla pista all’uso quotidiano. Il nuovo P Zero – quinta generazione – è solo il capostipite. Poi ci sono P Zero E, P Zero R e P Zero Trofeo RS. Ognuno con la sua anima, tutti con un DNA comune: prestazioni, sicurezza e intelligenza applicata alla gomma. Perché oggi la sfida non è solo andare forte, ma farlo con testa. E possibilmente anche in silenzio.

Il nuovo P Zero: anche per elettriche e plug-in

Il nuovo P Zero, quello “standard” – se così si può chiamare un pneumatico che equipaggia oltre il 50% dei modelli prestige al mondo – è stato ripensato da zero. Più grip, più reattività, meno spazi di frenata. In pista e su strada. È l’arma segreta di chi pretende il massimo, ma lo vuole senza rinunciare al comfort. Non è un caso se al momento del lancio tutta la gamma aftermarket è risultata in classe A sull’etichetta europea per frenata sul bagnato. E se qualcuno si stesse chiedendo se sia pronto per l’elettrico, la risposta è sì: grazie alla tecnologia Elect, pensata appositamente per EV e ibride plug-in, P Zero è già nel futuro. Più autonomia, meno rumore, stessa tenuta.

Pirelli P Zero

Parlando di elettrico, il vero gioiello della corona è P Zero E. Non una semplice evoluzione, ma una vera rivoluzione. È il primo pneumatico UHP realizzato con oltre il 55% di materiali di origine naturale e riciclati. E non è solo un gesto di buona volontà: è un capolavoro di ingegneria. Tripla classe A sull’etichetta europea, su tutte le misure. Mai successo prima. Frenata, silenziosità, resistenza al rotolamento: tutto portato al massimo livello. Merito di mescole innovative e di un battistrada sviluppato attraverso simulazioni virtuali, derivate direttamente dal motorsport. Il risultato? Più durata, più efficienza, meno CO₂. Un ciclo di vita che secondo i dati validati da Bureau Veritas riduce del 24% le emissioni rispetto alla generazione precedente. Più verde di così, solo l’erba.

Pirelli fra sportività ed equilibrio

E poi c’è P Zero R, per chi cerca un equilibrio perfetto tra sportività e versatilità. Una gomma nata dalla collaborazione stretta con le Case automobilistiche più esclusive. L’obiettivo? Portare l’esperienza da circuito anche nella vita quotidiana. Il nuovo disegno del battistrada riduce la rumorosità, mentre la mescola garantisce aderenza in ogni condizione. Asfalto caldo, pioggia, curve strette: il R non si scompone mai. E lo fa senza sacrificare l’efficienza, anzi. Grazie alla bassa resistenza al rotolamento, contribuisce anche a consumare meno. Perché oggi andare forte, sì, ma con stile e responsabilità.

Pirelli P Zero

Chi invece ama il rumore dei cordoli e l’odore dell’asfalto rovente troverà casa nel P Zero Trofeo RS. È lui l’apice della gamma. Un semi slick omologato anche per la strada, ma nato per la pista. È il partner ideale delle hypercar più estreme, quelle con cui si può andare a fare la spesa – teoricamente – ma che danno il meglio tra una staccata e un appoggio a 1,5 g. Il Trofeo RS non solo regge lo stress, ma lo domina. E lo fa più a lungo, con una costanza di rendimento impressionante. E se piove? Niente panico: i tecnici Pirelli ci hanno pensato. Anche sul bagnato, il Trofeo RS si comporta da signore. Non è solo performance: è controllo, sempre.

La tecnologia alla base

Ma l’aspetto forse più sorprendente della saga Pirelli P Zero è l’intelligenza. Sì, perché i pneumatici Pirelli non si limitano più a “girare”. Ora parlano. Grazie alla tecnologia Cyber Tyre, debuttata proprio su questa gamma, ogni pneumatico può raccogliere dati, analizzarli in tempo reale e comunicarli all’elettronica del veicolo. Pressione, temperatura, grip residuo: tutto sotto controllo. Lo pneumatico diventa un sensore vivo, parte integrante del sistema di sicurezza e dinamica dell’auto.

A quasi quarant’anni dal suo esordio, il Pirelli P Zero è ancora lì. Cambiato, evoluto, moltiplicato. Ma fedele alla sua missione: offrire il massimo delle prestazioni senza compromessi. Ne sono passate, di auto, da quella prima Lancia Delta S4.

Ferrari F40, Lamborghini Aventador, McLaren P1, tutte le Pagani, Porsche 911 in ogni variante, Aston Martin, Audi, Mercedes e l’elenco potrebbe continuare. Ma il comune denominatore è uno solo. Quella “P” seguita da uno zero. Che oggi, più che mai, significa tutto.

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