Automotive

Porsche 928, la bella incompresa di Zuffenhausen

La Porsche 928 doveva rappresentare una rivoluzione per la casa tedesca, ma alla fine non è stata compresa del tutto. Storia di un gioiello trascurato

Porsche 928 insieme a Shannon Tweed
Porsche 928 insieme a Shannon Tweed

Immaginate di essere poco più che teenager, i vostri genitori sono partiti per una lunga vacanza e in garage c’è parcheggiata lei: bella e sinuosa, irraggiungibile, l’orgoglio di vostro padre. A quel punto ne rubate le chiavi, la mettete in moto e andate a scorrazzare felici per le strade di Chicago insieme al vostro migliore amico, sotto al chiarore dei lampioni nella notte più bella della vostra vita. Peccato che poi il sogno si trasformi in un incubo, quando la bella fuoriserie finisce per inabissarsi nelle acque di un lago. Questa storia non vi è familiare? Allora mettetevi nei panni di un gangster del narcotraffico di origine cubana, nella Miami degli anni ‘80. Desiderate un’auto di rappresentanza, che sia feroce come una tigre e che abbia tutti i confort che aspira ad avere una persona di successo; le mitragliatrici sono escluse. Dunque, cosa hanno in comune queste due vicende appena narrate: la Porsche 928. Lei è l’oggetto del desiderio di Joe Goodson, il personaggio interpretato da un ventenne Tom Cruise nella pellicola di successo “Risky Business”, nonché l’auto con cui Tony Montana “Scarface”, alias Al Pacino, vuole conquistare la donna del boss, interpretata da una splendida Michelle Pfeiffer.

La fama di incompresa

Quindi è stata la protagonista di due film di grande respiro degli anni ‘80, poi, è stata addirittura fonte di ispirazione per Steve Jobs, suo illustre proprietario, che pensando a lei e al suo design dal fascino imperituro, ha tratto la folgorazione per la forma dei primi personal computer della Apple. Allora perché un’automobile così viene considerata un’incompresa? Semplice, perché non è riuscita a entrare nel cuore dei “porschisti” più puri, che a lei hanno sempre preferito la 911, un’auto più grezza e meno sofisticata. Pensare che la 928 fu concepita proprio per mandare in congedo la sua più vecchia e scomoda “sorella”, che dal 1963 imperversa sulle strade di tutto il mondo. Inutile dire che non ci sia riuscita, più complesso capire le motivazioni che hanno spinto gli appassionati a non amarla del tutto.

Porsche 928
Porsche 928

I puristi amano la 911

Nel 1971 i vertici di Porsche pensano che la 911 sia arrivata al vertice del suo sviluppo, oltre al quale non può andare. Serve, dunque, una sostituta che però non sia soltanto sportiva ma anche comoda per fare lunghi viaggi. Deve avere spazio per quattro persone, ed è necessario abbandonare lo schema col motore posteriore e passare a quello anteriore, non si sa mai che possa arrivare qualche restrizione per motivi di sicurezza. Questa è una delle prime incomprensioni, che divide la platea degli amanti del Cavallino di Zuffenhausen: a loro continua a piacere la sportiva col propulsore collocato nel retrotreno. In ogni caso, ci vorranno molti anni prima della presentazione ufficiale della 928, che avviene nel 1977 al Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra. Durante la kermesse elvetica il mondo resta stupito da questa innovativa gran turismo. Più che a una tigre, il suo frontale fa pensare a quello di uno squalo feroce, mentre il posteriore guadagna una linea tondeggiante con un grosso lunotto. Le superfici vetrate sono tante e ampie, a beneficio della visibilità. L’interno è un tripudio di classe e raffinatezza, oltre che di grande comfort. Qui l’obiettivo è centrato, quattro persone ci viaggiano comode, ed è come sedersi nel più moderno dei salotti. Sotto all’ampio cofano si nasconde un voluminoso e potente motore V8 con raffreddamento a liquido, mentre la ciliegina sulla torta sono dei faretti circolari a scomparsa.

Porsche 928

Gli addetti ai lavori la amano, sono tutti entusiasta e colpiti per quanto sia stata brava la Porsche a sfornare una vettura del genere, così sofisticata e innovativa. Su strada va che è una meraviglia, è veloce e possente per correre a tutta birra sulle autobahn tedesche, ma è anche stabile e sicura in curva. In poche parole, un tripudio ma soltanto per i tecnici. Di nuovo i puristi del marchio storcono il naso perché non amano questa nuova filosofia di Porsche. La 911 è selvaggia, cattiva e non ammette esitazioni; per guidarla bisogna avere il pelo sullo stomaco. Lei è quella che scalda il cuore, una sportiva di razza. La 928, invece, è tutto l’opposto. È borghese, raffinata, nei suoi condotti non scorre benzina ma sangue blu. Due mondi diametralmente opposti.

Porsche 928
Porsche 928 S del 1986

Porsche insiste con la 928

Il prezzo è troppo alto, lo schema del motore abbiamo detto che non piace, insomma più di un ingrediente non ha realizzato l’alchimia giusta. In Porsche si chiedono con insistenza come mai la 928 non abbia bucato quanto loro sperassero. Inoltre, il progetto per il suo sviluppo è stato costoso, vincente per certi versi, tanto che l’unica gran turismo della storia a essere premiata come Car of the Year è stata lei nel 1978, ma deficitario per altri. Quindi l’unica strada da percorrere è quella di crederci ancora di più. Così nel corso degli anni arrivano diverse varianti, il motore cresce e diventa più potente e con la versione 928 S4 ottiene anche il record di velocità per auto di serie catalitiche, grazie al raggiungimento dei 286 km/h.

Porsche 928
Porsche 928 GT

Nel 1986 si rifà il look che diventa ancora più curato, vengono aggiunte delle appendici aerodinamiche e nella serie più pompata piazza un alettone al posteriore. Nonostante gli sforzi, la 928 continua a zoppicare e non verrà mai vista come un’auto per riempire la pancia dell’amante della sportività estrema. Arrivati al 1995, a Zuffenhausen decidono di staccare la spina, dopo 18 anni di presenza sul mercato e 61.056 esemplari. Nel contempo la 911, lei si che ha continuato a volare e lo fa tutt’ora. La Porsche 928, invece, sta avendo una riscoperta negli ultimi tempi e piano piano sta acquistando fascino anche tra coloro che prima non l’avevano apprezzata. Come succede con alcuni grandi artisti, i riconoscimenti sono arrivati soprattutto da postumi.

Non è mai troppo tardi.

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