Un’autonomia sovvenzionata a peso d’oro

L’Alto Adige dirà addio al bilinguismo: valli, monti, contrade e fiumi avranno solo il nome tedesco. Il presidente della Provincia Durnwalder: «Nessuno parla più l’idioma nazionale»

da Milano

L’ultima faida, in termini di tempo, consumata lassù dove ti dicono «aufwiedersehen» e non «arrivederci» è dello scorso giugno. Ad andare su tutte le furie il governatore del Veneto Giancarlo Galan (Forza Italia) che, assistendo a un preoccupante fuggi-fuggi dei suoi comuni dell’Alto bellunese desiderosi di essere annessi al Trentino Alto-Adige, ha minacciato fuoco e fiamme. «Prepareremo una denuncia all’Unione Europea sull’iniquità della situazione tra noi da una parte e dall’altra Regioni e Province a statuto speciale, in primis l’Alto-Adige». Il casus belli? Il sogno del sanguigno governatore altoatesino Luis Durnwalder di «annettersi» Cortina d’Ampezzo e non solo: tra i comuni veneti che hanno chiesto di recente di passare sotto la giurisdizione amministrativa del Trentino Alto-Adige, infatti, ci sono anche Lamòn, Asiago e altri sei paesi tra cui Colle Santa Lucia e Luvinallongo.
L’esponente della Svp aveva fatto una smaccata propaganda e spiegato: «Cortina, per 400 anni, ha fatto parte del Tirolo e vi sono anche legami linguistici con i ladini». «Macché, questa è solo concorrenza sleale», la replica di Galan, tutto teso a porre un freno all’autonomia «espansionistica» di Durnwalder. Il quale gli ha reso pan per focaccia: «Invece di pensare di togliere competenze a noi, Galan dovrebbe preoccuparsi di ottenere la vera applicazione del federalismo a Roma». Insomma, pesci in faccia.
Tutto ruota attorno alle disparità di trattamento tra le Regioni a statuto speciale e quelle a statuto ordinario. Le prime decisamente avvantaggiate rispetto alle seconde. Le prime decisamente più ricche e funzionanti delle seconde. È una questione di soldi: al Trentino Alto-Adige, ma anche alla Valle d’Aosta, ritornano il 90% delle tasse pagate dai cittadini della regione. Nelle casse di Bolzano arrivano ampie percentuali del gettito fiscale, delle imposte di bollo, tabacchi, generi di monopolio, carburante. E ancora: le Province autonome di Trento e Bolzano nei loro bilanci 2003 hanno fatto registrare entrate quasi pari a quelle del Veneto, ma con una popolazione pari a un quinto. Ne consegue che Trento è in grado di garantire per ogni cittadino una spesa di oltre 11.500 euro e Bolzano di 9.950 euro; mentre il Veneto non arriva a 2.500 euro pro-capite. Un medico primario di Bolzano può arrivare a guadagnare 50mila euro in più all'anno rispetto a un suo collega veneto, mentre un insegnante in provincia di Trento percepisce un 30% in più rispetto a chi insegna in Veneto. Insomma, più lontani si sta da Roma, meglio si sta.
E Durnwalder cavalca l’onda. Sempre quest’estate ha chiesto al governo che le forze dell’ordine in azione in Sudtirolo parlassero due lingue ma soprattutto venissero reclutate tra la popolazione locale, attraverso concorsi riservati.

Richieste pesanti avanzate, politicamente parlando, con un revolver carico in mano: niente contentino? allora niente appoggio a un governo che più traballante non si può. Risultato: giù privilegi in materia di tasse e opere pubbliche.

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