Autostrade: è scontro sulla holding

Marcello Chirico

Dopo averne sollecitato una presa di posizione, Autostrade spa ha battuto un colpo. E fatto sapere a Roberto Formigoni e al suo assessore ai trasporti Raffaele Cattaneo,cosa pensa del progetto della holding autostradale del Nord proposta dal governatore direttamente dal proprio presidente Gianmaria Gros-Pietro «Se il concedente sia Anas o la Regione - ha detto - per noi non fa differenza, ma se la Regione volesse diventare pure concessionaria di autostrade, si troverebbe in conflitto d’interesse e confusione. Eppoi, noi non siamo orientati a cedere le nostre concessioni. Noi investiamo, non vendiamo».
La replica, articolatissima, non è tardata ad arrivare dal Pirelli, con un comunicato congiunto Formigoni/Cattaneo attraverso il quale si chiariscono temi e strategie regionali sulla partita autostradale. Cominciando col dire che la Regione «vuol fare innanzitutto il concedente», perché «il problema viario è legato al territorio e per essere sciolto ha bisogno di raccogliere il massimo consenso». E questo può farlo «meglio e più efficacemente» l’istituzione regionale, partendo dal contenimento dei costi.
Quanto al ruolo di concessionario, «la Regione non ha mai perseguito questa strada», ma fatto presente che «non esiste sul mercato un soggetto capace di sobbarcarsi l’ammontare d’investimento infrastrutturale di cui ha bisogno la Lombardia». Inoltre, le risorse pubbliche sono scarse e i concessionari pubblico/privati ( Autostrade a parte) sono troppo piccoli. Da qui l’idea di creare una holding del Nord, con spalle sufficientemente larghe. E l’occasione la offrirebbe la fusione Autostrade/Abertis: «Chiediamo lo stralcio delle concessioni gestite da Autostrade in territorio lombardo e la vendita ad un nuovo soggetto». Chiarendo che «nessuno immagina interventi manu militari di sottrazione di diritti acquisiti al mercato», però sarebbe «funzionale, nell’interesse nazionale, che la testa dei prossimi investimenti autostradali non si sposti a Barcellona ma resti a Milano.

E che i pedaggi pagati oggi sulla Laghi e la Milano-Brescia non vadano a finanziare opere nel resto d’Europa», ma vengano investiti «su opere che liberino la Lombardia dagli ingorghi».Formigoni e Cattaneo si augurano infine che, anziché preoccuparsi della Borsa, «il governo dia risposte ai problemi di interesse generale».

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