Alla vigilia di Mani Pulite, vent’anni fa, a Milano il circolo dei pugliesi festeggiava il capolinea della metropolitana dedicato al mio paese, Bisceglie. Fui invitato a parlare in un incontro affollato, alla presenza di politici e amministratori, milanesi e pugliesi. Dopo aver parlato, non ricordo se Tognoli o Pillitteri mi donò un libro dedicato al Pio Albergo Trivulzio. Bisceglie fu l’ultima fermata della prima Repubblica. All’indomani scoppiò Tangentopoli, partendo proprio dal Pio Albergo Trivulzio.
Io mi sentii incriminato pur avendo intascato solo un volume di grande formato davanti a seicento testimoni. Poi venne la mattanza. Mi chiedo cosa sia rimasto di quel terremoto. Rispondo senza esitazioni: un pugno di mosche. Il terremoto ci fu, eccome, un ceto politico crollò, un altro sorse. Però in vent’anni non è nata una nuova classe dirigente, il Paese è invecchiato e la politica sta sottozero, come il Paese. Per suo discredito siamo tornati ai tecnici come nel ’92; Ciampi si chiama oggi Monti.
Sono cadute tutte le categorie della politica: destra e sinistra, neofascismo e comunismo, e da ultimo anche berlusconismo e anti. Al loro posto c’è il Nulla, con neve. Sul piano della corruzione siamo punto e a capo eppure non c’è più il Psi di Craxi, la Dc di Andreotti e ora neanche Berlusconi.
Il Paese annega tra disservizi e malaffare, meno soldi e più disoccupati. Rispetto a vent'anni fa abbiamo l'euro, internet e i suoi parenti. Il resto zero. Dopo vent’anni ci resta un pugno di mosche. Da Mani Pulite a Mani Vuote.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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