«La Commissione europea non ha assolutamente l'intenzione di raccomandare un incremento del prelievo di uccelli selvatici in vista di combattere la crisi attuale dell'influenza aviaria, ma non ha egualmente l'intenzione di prevedere un divieto totale di caccia ai migratori» questo ha dichiarato il commissario alla Salute e tutela dei consumatori Kyprianou ai membri dell'Intergruppo «Caccia durevole» al Parlamento europeo. Per quanto concerne la presenza dell'aviaria negli uccelli selvatici, la priorità per l'Ue è di effettuare una buona sorveglianza, mentre per il pollame e altri uccelli domestici, la parola chiave è «prevenzione». Ed è in virtù di una tale misura di prevenzione che la caccia è attualmente vietata solo in una zona di sorveglianza di 10 km attorno ai siti dove si sono rilevati casi di malattia.
Questa sessione straordinaria dell'Intergruppo è stata interamente dedicata alla crisi aviaria e alle potenziali minacce per la conservazione delle popolazioni di uccelli selvatici e pure per la caccia.
Il segretario generale della Face, Y. Lecocq ha insistito sul ruolo dei cacciatori per il monitoraggio sul territorio e sul fatto che se la caccia fosse ristretta senza valida motivazione, questo «termometro sanitario sarebbe spezzato». È per questo che l'Intergruppo si appresta a sorvegliare la situazione in permanenza e a organizzare una seconda riunione sull'aviaria nell'anno in corso, allorché il legame tra migratori e proliferazione del virus all'interno dell'Ue sarà meglio chiarito.
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