Le aziende agricole in Lombardia parlano straniero

Le campagne lombarde parlano sempre più straniero. E questa volta non si tratta di braccianti, manovali o mungitori. Da un’indagine condotta dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, emerge che negli ultimi 5 anni sul territorio regionale le imprese individuali del settore agricolo intestate a extracomunitari sono cresciute del 39,7%. Constatando che l’agricoltura rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’economia regionale è chiaro che il dato debba sorprendere. Tra i titolari di queste nuove imprese il 9,4% proviene dall’Albania, il 9,4% dall’Egitto, il 7,9% dal Marocco. In tutto si tratta di 405 imprese che sono entrate nel mercato su un totale circa 42mila. Questa crescita si colloca in controtendenza con la situazione globale dove invece si verifica una diminuzione significativa delle imprese agricole. In Lombardia infatti si registra dal 2004 al 2005 una diminuzione del 6% mentre su scala nazionale si fissa al 10,4%. Se poi si considera il solo 2009, in Italia il saldo è in passivo di 15mila aziende. Le province lombarde dove si attesta una presenza particolarmente incisiva di realtà aziendali intestate a extracomunitari sono Milano, con 98 presenze, Brescia a 63, Pavia a 43 e Bergamo 41.
Il settore agricolo attraversa un momento di burrasca non indifferente influenzato dal crollo del prezzo del latte e dei cereali, mentre all’alba già si scorge il fantasma della direttiva nitrati per il piano di tutela delle acque, un elemento che influenzerà notevolmente l’andamento dell’agricoltura per il 2010. Se si considera poi che nonostante la Lombardia produca quasi il 50% del latte italiano, alcune stalle stanno chiudendo schiacciate dalla crisi (il costo di mungitura è superiore al prezzo di vendita), occorre una lettura qualitativa del dato di crescita di questo tipo di imprese gestite da stranieri.

Il mercato prevede il continuo rimpiazzo di attori produttivi che smettono l’attività. Occorre quindi valutare attentamente se i posti lasciati dai lombardi possano dirsi rimpiazzati dagli extracomunitari. Sicuramente questo avviene, ma qualche dubbio rimane per il settore delle eccellenze produttive.

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