Le aziende hi-tech ora scoprono l’Expo

Una «città intelligente», ma anche una «città del wellness, del benessere». Dove sia più facile lavorare, vivere con la famiglia, organizzare il tempo libero. A questo dovrà servire l’innovazione che pubblico e privato stanno mettendo in campo per l’Expo. «Con l’accortezza - puntualizza l’amministratore delegato Giuseppe Sala - di ricordare sempre che la tecnologia non è il fine ultimo, ma solo lo strumento. Che al centro ci deve sempre essere l’uomo con la sua cultura e le sue tradizioni». Soprattutto in Italia, patria della dieta mediterranea e dell’arte. Per questo è nato l’Innovation advisory board a cui partecipano grandi aziende e marchi hi-tech.

Ieri la prima riunione, appuntamento ogni due mesi con Paolo Bertoluzzo (Vodafone), Mario Calderini (Politecnico di Torino), Stefano Pileri (Italtel), Giovanni Bertolone (Finmeccanica), Gianfilippo D’Agostino (Telecom), Nerio Alessandri (Technogym), Pietro Scott Jovane (Microsoft), David Bevilacqua (Cisco Italia), Livio Gallo (Enel), Bruno Giussani (Ted) e Roberto Cingolani (Iit). «Dovremo far sì che nell’Expo la tecnologia sia molto presente, ma fatto invisibile - spiega Scott Jovane - Con grande attenzione alla multiculturalità».

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