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A2a cerca soci per energia e ambiente


Il gruppo pronto ad aprire il capitale delle sue divisioni. Investimenti per 22 miliardi

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A2a punta 22 miliardi di investimenti al 2035 all’insegna della transizione energetica e dell’economia circolare, e dopo aver staccato un maxi assegno da 75 milioni ad ogni Comune azionista (Milano e Brescia con il 25%), promette una crescita media della remunerazione del 3% nell’arco di piano e l’importante apertura del capitale di alcune divisioni di business: energia e ambiente. A presentare la nuova strategia 2024-2035 è l’ad Renato Mazzoncini che, affiancato dal cfo Luca Moroni, ha incontrato la comunità finanziaria a Milano, tracciando gli obiettivi industriali e finanziari dei prossimi anni.

Ventidue miliardi di investimenti in 12 anni di cui: 6 miliardi per l’economia circolare e 16 miliardi per la transizione energetica. La prima prevede investimenti destinati al trattamento del ciclo dei rifiuti, al ciclo idrico integrato e al teleriscaldamento mentre la seconda riguarda l’elettrificazione dei consumi e lo sviluppo della rete di distribuzione elettrica, delle rinnovabili e dell’energia flessibile. Il contributo del gruppo alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del Paese si concretizza, inoltre, con 4,6 miliardi di euro di investimenti dedicati allo sviluppo di un portafoglio da fonti energetiche rinnovabili (Fer) da 5,7 Gw nel 2035, in crescita di 3,1 Gw rispetto al 2023, grazie al quale saranno prodotti oltre 10 Twh di energia verde al 2035. A supporto della crescita pianificata, A2a può contare su una serie di impianti eolici e solari da oltre 1,8 Gw, di cui l’83% composto da progetti sviluppati internamente.

«Abbiamo fatto una grande acquisizione della rete di Enel per 1,2 miliardi (enterprise value 1,35 miliardi, ndr) che – spiega l’ad - finanziamo per il 50% con i nostri flussi di cassa e per il restante 50% con un meccanismo che guarda a investitori passivi e abbiamo individuato alcuni asset su cui possiamo aprire una quota di minoranza. Non necessariamente deve essere per le reti, c’è interesse anche per l’ambiente. Per quanto riguarda le reti abbiamo tutto il tempo di fare le nostre valutazioni considerato che il closing con Enel è a fine anno».

A livello finanziario, il gruppo prevede un mol ordinario in crescita da 1,9 miliardi nel 2023 a 2,2 miliardi nel 2026, a 2,6 miliardi nel 2030 e superiore a 3,2 miliardi nel 2035. L’utile netto passerà da 0,6 miliardi del 2023 a 0,7 miliardi nel 2026 per oltrepassare il miliardo al 2035.

Quanto alla governance del gruppo, e all’ipotesi ventilata dal sindaco Giuseppe Sala di una discesa futura del Comune di Milano nel capitale della società, Mazzoncini ha detto che «non c’è alcun dialogo in corso e che il piano non prevede il cambio della capital structure del gruppo».

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