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"Odiano la libertà di parola". Apple boicotta Twitter, Musk non ci sta

L'affondo del Ceo contro la società di Cupertino, rea di aver chiuso i rubinetti dopo il passaggio di consegne ai vertici del celebre social

"Odiano la libertà di parola". Apple boicotta Twitter, Musk non ci sta

Un tentativo di boicottaggio nei confronti di Twitter da parte di Apple: questa l'accusa lanciata da Elon Musk nei confronti dell'azienda di Cupertino.

Il Ceo del celebre social network non usa giri di parole, e denuncia con un tweet il fatto che Apple abbia improvvisamente deciso di chiudere i rubinetti dopo la sua acquisizione della società. Non solo, dato che la stessa Apple avrebbe minacciato di bloccare Twitter dal suo App Store senza peraltro fornire la minima spiegazione a riguardo.

L'affondo

"Lo sapete che Apple impone una tassa segreta del 30% su qualsiasi cosa acquistiate dal loro App Store?”", affonda Musk, postando la foto di un'auto che si trova davanti a un bivio: la scelta è tra proseguire e pagare il 30%, come appunto impone Apple, oppure selezionare l'opzione "andare in guerra". La vettura si muove decisa verso la guerra, un messaggio chiaro da parte di chi non vuole cedere di un passo.

Non è chiaro invece cosa il Ceo intenda quando parla di blocco, anche se risulta semplice ipotizzare che si tratti del rifiuto dell'aggiornamento della App di Twitter o dell'impedire di scaricare la stessa applicazione del celebre social proprio dallo store della Apple.

Di qualunque tentativo si tratti, è chiaro, come testimonia anche il Washington Post, che Apple abbia tagliato i fondi. "Ha praticamente quasi fermato del tutto la pubblicità", affonda Musk, "per caso odiano la libertà di parola in America?". "Chi altro Apple ha censurato?", chiede polemicamente il Ceo, ritwittando un video parodico di Fortnite su "1984", celebre opera di George Orwell, nel quale si accusa di monopolio la società di Cupertino. "Epic Games ha sfidato il monopolio dell'App Store. In ritorsione, Apple ha bloccato Fortnite da un miliardo di dispositivi. Prendi parte alla battaglia per far sì che il 2020 non diventi un 1984", è scritto nel video-denuncia.

Contro l'azienda della mela viene quindi lanciato un sondaggio su Twitter, nel quale il Ceo chiede ai propri follower di scegliere se siano o meno d'accordo sulla possibilità che Apple venga chiamata a pubblicare i dati relativi a tutte le azioni di censura di cui si è resa protagonista e che hanno avuto poi degli effetti anche sui suoi clienti stessi.

I numeri

Come anticipato, il Washington Post ha in un certo senso confermato il trend denunciato da Musk: Apple è stato il più importante acquirente di spazi pubblicitari su Twitter nel primo trimestre del 2022 (48 milioni di dollari), cifra precipitata a 220.800 dollari tra il 16 e il 22 ottobre e 131.600 dollari nella settimana tra il 10 e il 16 novembre.

Un'inversione di tendenza evidente alla base di questo scontro tra colossi che avrà di certo ulteriori sviluppi.

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