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Apple corteggia Google contro ChatGpt

Trattative in corso per dotare i nuovi iPhone del software «Gemini». Il precedente di Safari

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Apple è in trattative per integrare il motore di intelligenza artificiale Gemini di Google nell’iPhone, gettando le basi per un accordo che scuoterebbe in profondità il settore dell’intelligenza artificiale. Secondo Bloomberg, le due società starebbero negoziando un accordo per consentire a Cupertino di ottenere la licenza di utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa di Google per alimentare alcune nuove funzionalità in arrivo nel 2024 sul software iPhone. Apple ha di recente discusso anche con OpenAI, sostenuta da Microsoft, prendendo in considerazione l’utilizzo del suo modello.
Apple sta preparando nuove funzionalità come parte del suo prossimo iPhone iOS 18 basate sui propri modelli di intelligenza artificiale interni, ma è alla ricerca di un partner per potenziare le funzionalità nella parte generativa, comprese quelle per creare immagini e scrivere saggi basati su semplici istruzioni. Le trattative, tuttavia, sono ancora in fase iniziale in quanto non sarebbero stati né negoziati i termini di un accordo sull’intelligenza artificiale né la relativa implementazione. Per questo motivo è improbabile che un’intesa sia annunciata fino a giugno, quando Apple prevede di tenere l’annuale conferenza mondiale degli sviluppatori. Entrambe le compagnie, occorre ricordare, hanno già stretto un accordo affinché Google diventi il motore di ricerca predefinito sul browser web Safari di Apple. L’intesa è stata messa sotto scrutinio dalla commissione Ue che con il Digital Markets Act ha imposto sia la possibilità di eliminare il browser dai device sia l’apertura di Cupertino ad altri negozi di app.
Il gruppo guidato dal ceo Tim Cook è stato meno reattivo di Microsoft e Google nei confronti dell’innovazione rappresentata dall’intelligenza artificiale generativa. Analogo ritardo si registra rispetto ai colossi cinesi, molto agguerriti nel settore. Ma cosa interesserebbe realmente ad Apple? Si tratta degli applicativi di intelligenza artificiale basata sul Cloud che può essere utilizzata per aiutare gli utenti a comporre testi e generare immagini, proprio come i chatbot ChatGpt, Copilot e la stessa Gemini che stanno riscuotendo sempre più successo.
Va detto che un’intesa rappresenterebbe una soluzione win-win per entrambi i colossi hi-tech. A febbraio Cook aveva dichiarato che la società stava investendo «in modo significativo» nell’AI. Gli sforzi non sono stati sufficienti e questo «mezzo fallimento» può rappresentare un monito per l’Ue che spera di poter fare da sé in quest’ambito ad alta intensità di capitali.

Se, da un lato, Apple recupererebbe il ritardo, dall’altro lato Google si affermerebbe come principale player AI giacché Gemini «gira» non solo sugli smartphone Pixel di Google, ma anche sul nuovo Samsung S24.

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