Conti straordinari quelli di Nvidia, che mercoledì notte ha pubblicato la trimestrale spiazzando Wall Street. Il big americano dei chip grafici ha realizzato ricavi per 22,1 miliardi di dollari (+22% sul trimestre precedente) contro i 20,5 previsti dagli analisti e un utile netto di 12,3 miliardi (1,5 miliardi un anno fa).
Non solo, nell’anno fiscale terminato a gennaio l’utile è esploso a 29,76 miliardi (+581%) superando tutte le previsioni; da record anche le vendite pari a 60,9 miliardi (+125,8%). Numeri forti per la società di Santa Clara, che mette nel mirino gli altri giganti della Silicon Valley, tanto che il trading desk di Goldman Sachs l’ha definita il «titolo più importante sul pianeta» con la terza capitalizzazione al mondo, vicina a 2mila miliardi. E c’è chi scommette che nel futuro prossimo possa avvenire il sorpasso su Microsoft e Apple, rispettivamente primo e secondo titolo del Nasdaq 100.
Smentito così il pessimismo che aleggiava a Wall Street mercoledì pomeriggio, quando la quotazione di Nvidia era calata del 9% in attesa di un risultato più negativo. Valori recuperati ieri con un balzo di quasi il 15%. Il boom ha contagiato anche il listino italiano, dove hanno risaltato le azioni di StM (+3,2%). A spingere la crescita è l’euforia dei mercati per l’intelligenza artificiale, di cui l’azienda è leader nei componenti fondamentali per ChatGPT e Gemini, i sistemi di OpenAI e Google. La performance di Nvidia ha spento lo scetticismo di chi sospettava una bolla pronta a scoppiare. E a ribadirlo è anche il ceo della multinazionale tech fondata nel 1993 in California, Jensen Huang.
«L’intelligenza artificiale generativa e il computing accelerato sono a un momento chiave», ha evidenziato Huang in un comunicato. «La domanda sta aumentando in tutto il mondo tra aziende, industrie e nazioni», ha aggiunto. Dietro al successo di Nvidia c’è dunque la versatilità dell’azienda, storica produttrice di schede grafiche per computer, e leader nello sviluppo di hardware per l’intelligenza artificiale. L’ascesa è resa più straordinaria dai dati sulle vendite, che mostrano un miglioramento ovunque. Dovendosi conformare alle restrizioni sull’export dei semiconduttori introdotte dal governo degli Usa, Nvidia ha bloccato l’export di alcuni chip ideati appositamente per la Cina. Gli acquisti oltre la Muraglia, che prima della stretta voluta da Washington rappresentavano il 19% dei data center globali, sono crollati sotto il 10%.
Per non azzerare del tutto l’offerta, Nvidia è riuscita comunque a vendere prodotti inferiori e meno potenti a Pechino, senza incappare in violazioni. L’America conferma così la sua egemonia in campo tech e, grazie al protezionismo applicato non solo ai chip, riesce a mantenere il vantaggio nella guerra commerciale con la Cina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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