
Far crescere nuovi professionisti in Africa, lanciare progetti di ricerca nel campo dell’energia insieme a partner internazionali, diventare un punto di riferimento per università, imprese e governi di tutto il mondo sui temi della transizione energetica.
A 13 anni dalla sua costituzione, la Fondazione Enel si trasforma, rafforzando la sua presenza internazionale e i legami con università, centri di ricerca, aziende e istituzioni.
A segnare l’inizio del nuovo corso è stata la nomina di un rinnovato comitato scientifico, nell’ambito del quale sono recentemente entrati a far parte professori provenienti dalle più prestigiose università del mondo: dalle italiane Bocconi, Luiss Guido Carli, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, passando per il Mit di Boston fino ad arrivare ad Harvard e all’Università di San Paolo.
Un posizionamento internazionale che trova conferma anche nel respiro globale dei progetti avviati, molti dei quali sviluppati nel solco del Piano Mattei per l’Africa varato dal Governo italiano.
«La Fondazione promuove la collaborazione tra ricerca e impresa per favorire l’evoluzione del settore energetico a livello globale», ha spiegato Flavio Cattaneo, amministratore delegato del Gruppo Enel e presidente di Enel Foundation. «Questa sinergia ci consente di trasformare l’innovazione scientifica in soluzioni concrete, sostenibili e scalabili, potenziando la competitività industriale e contribuendo alla transizione energetica mondiale».
A plaudire all’iniziativa di Enel è stato anche il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, che nel corso dell’evento di presentazione del nuovo comitato scientifico ha sottolineato il valore strategico dell’operazione in un’ottica globale e di sistema Paese. “La Fondazione Enel”, ha detto il Ministro, “è uno strumento fondamentale per la crescita dell’Italia” e rappresenta inoltre un passo avanti “per favorire la rete della ricerca e dell’innovazione a livello europeo e mondiale”.
I progetti del Piano Mattei
La Fondazione contribuisce attivamente all’attuazione del Piano Mattei attraverso programmi di formazione e capacity building per promuovere lo sviluppo di competenze tecniche e manageriali. Gran parte dei progetti sviluppati nell’ambito del Piano mirano a creare le condizioni affinché possa svilupparsi una futura classe dirigente africana in grado di affrontare con successo le sfide del settore energetico.
I programmi formativi in Marocco
Un esempio concreto di questo impegno è il primo corso manageriale di alto livello sulle energie rinnovabili e la transizione energetica, lanciato in Marocco nell’ottobre scorso grazie al partenariato con l’Università Mohammed VI Polytechnic (UM6P), sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Piano Mattei, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Marocco.
Al corso hanno partecipato quasi 50 professionisti, selezionati tra oltre 500 candidati provenienti da enti pubblici, aziende energetiche e istituti di ricerca di 14 Paesi africani. L’iniziativa ha rappresentato il primo passo verso la creazione di un Centro di Eccellenza panafricano per la formazione sulle energie rinnovabili e la transizione energetica in Marocco.
Alla prima edizione del programma è seguita subito una seconda, che ha ricevuto oltre mille candidature da diversi Paesi africani, tra cui Marocco, Mauritania, Senegal e Costa d’Avorio. Un risultato che conferma il forte interesse suscitato dai percorsi formativi non solo tra la popolazione marocchina ma anche tra gli altri abitanti del continente.
I centri di formazione in Kenya e Sudafrica
Sempre nell’ambito del suo impegno per rafforzare le competenze dei professionisti africani, la Fondazione ha inaugurato due centri di formazione in Kenya e Sudafrica. Entrambi offrono sia corsi manageriali sia corsi tecnico professionali e contribuiscono a formare specialisti della transizione energetica: dai tecnici, ai project manager, dagli sviluppatori di progetti agli ingegneri, creando così una vera e propria filiera delle competenze nel settore dell’energia.
Il centro di formazione sudafricano ospita anche un Re-skilling Lab, per favorire la riconversione professionale nelle comunità che stanno affrontando il passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, contribuendo così a una transizione giusta e inclusiva.
Il sostegno ai giovani laureati africani
Particolare attenzione è rivolta ai giovani laureati africani affinchè possano sviluppare le loro migliori abilità e metterle al servizio del proprio Paese. Proprio in questa cornice si inserisce Open Africa Power, iniziativa educativa portata avanti dalla Fondazione in collaborazione con SEforALL e con rinomate università italiane e africane. Lanciato nel 2018, il programma ha già formato quasi 500 ragazzi da 38 Paesi africani coinvolti nel Piano Mattei, fornendo loro competenze avanzate nel settore elettrico e contribuendo alla creazione di una nuova generazione di professionisti dell’energia.
Programmi di accelerazione per le start up
Promuovere la crescita sociale ed economica dell’Africa significa anche incentivare l’innovazione e l’iniziativa imprenditoriale locali. Per questo motivo è stato avviato wAtt-Boost in collaborazione con RES4Africa, Strathmore University e con il contributo di IRENA, che punta a sostenere lo sviluppo dell’imprenditoria africana, accompagnando la crescita di start up nel campo della transizione energetica. Nel dettaglio il programma prevede per i partecipanti formazione specializzata, servizi di mentoring e coaching, networking e visibilità, nonché la possibilità di concorrere per due premi da 10.000€ ciascuno. A confermare il successo di wAtt-Boost sono i numeri: le start up che si sono candidate sono state ad oggi oltre 300.
Ma la collaborazione tra RES4Africa, Strathmore University e Fondazione Enel non si esaurisce qui. Proprio recentemente le tre realtà hanno dato vita alla East Africa Executive School, un programma di training intensivo che dal 22 al 26 settembre riunirà a Nairobi i migliori professionisti dell’Africa orientale per approfondire con esperti del mondo dell’università, dell’industria e delle istituzioni i temi delle tecnologie verdi emergenti, delle infrastrutture energetiche e delle reti, della mobilità elettrica e della digitalizzazione al servizio della sostenibilità ambientale.
Africa e non solo
Il raggio d’azione di Enel Foundation, tuttavia, si espande ben oltre il continente africano.
Saranno infatti temi oggetto di studio della fondazione anche questioni di rilevanza globale come l’impatto dell’Intelligenza artificiale sui mestieri della transizione energetica, nonché la resilienza delle reti rispetto ai cambiamenti climatici soprattutto nelle aree geograficamente più esposte come il Sudamerica. Segno che la Fondazione ha l’ambizione di incidere a livello globale e favorire scelte strategiche di lungo termine in campo energetico che promuovano sviluppo e competitività non solo in Africa ma in tutto il mondo.