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Ilva, il governo tiene le carte coperte

Ribadita ai sindacati la continuità aziendale. Le ipotesi: Stato in maggioranza e commissario

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Palazzo Chigi torna a garantire la continuità aziendale per l`ex Ilva, ma lascia a bocca asciutta i sindacati sulle soluzioni in arrivo per evitarne lo spegnimento per consunzione. Facendo peraltro presagire che l`assemblea di domani potrebbe non essere risolutiva.

L`incontro tra il governo e le sigle sindacali è durato tre ore senza che si stabilisse un punto fermo, ma con la velata sensazione che sul tavolo ci siano un paio di soluzioni a garanzia di questa continuità: la salita in maggioranza del pubblico, ipotesi ancora al vaglio sul fronte economico e della governance, e un commissario che traghetti la società in nuove acque.

Resta il fatto che a poche ore dall`assemblea di Acciaierie d`Italia non si ha la totale certezza che saranno versati almeno i 320 milioni di euro per garantire la produzione nell`immediato. Il governo al completo - erano presenti ieri il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano insieme ai ministri Adolfo Urso, Raffaele Fitto, Marina Calderone e Giancarlo Giorgetti - ha esordito spiegando di aver ereditato questa situazione, ma difronte alla richiesta dei sindacati di ridurre il peso di ArcelorMittal e assumere il controllo degli stabilimenti ha fatto "melina".

Perché? Una sospensiva, a metà seduta, sembrava preludere a un passo avanti, ma l`ennesima riunione dei ministri nelle sale accandto non ha prodotto novità. Il timore principale di Palazzo Chigi è che uno strappo con ArcelorMittal inneschi una guerra legale (sebbene viene escluda dal gruppo indiano) e in ballo ci sarebbero anche i patti parasociali del 2020 di cui nemmeno il governo avrebbe piena contezza. Insomma, la crisi dell`ex Ilva potrebbe allungarsi a fine anno. Sullo sfondo resta ancora la possibilità che Invitalia venerdì salga in maggioranza, ma fonti vicine al dossier «non la ritengono una mossa più così certa».

Una situazione oggettivamente drammatica anche perché i sindacati (che ieri hanno occupato per due ore il palazzo del governo) sono stati riconvocati per il 28 pomeriggio o il 29 mattina, dopo l`assemblea dei soci di Acciaierie d`Italia e il Consiglio dei ministri convocato per il 28 mattina. La Fiom ha detto di ritenere «inammissibile» il comportamento del governo mentre Rocco Palombella (Uilm-Uil) lo ha definito una «resa». «Abbiamo chiesto al governo di assumere il controllo dell`ex Ilva di cacciare ArcelorMittal», dicono Sasha Colautti e Francesco Rizzo della segreteria nazionale dell`Usb sottolineando che l`attendismo rischia «di compromettere del tutto la possibilità di far sopravvivere gli impianti». «Questo Natale sarà un Natale ancora di incertezza, ma noi ci auguriamo che invece Capodanno possa essere una occasione per dire ai lavoratori che il governo ha deciso. Lo spero perché noi abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare», commenta Palombella spiegando che «il silenzio del governo potrebbe essere originato dal timore dell'esecutivo che eventuali annunci possano, alla luce di accordi parasociali che non sono noti neppure al governo, avere delle ripercussioni sia per il proseguo dell`attività».

Intanto a Taranto il clima è sempre più teso: gli operai delle ditte dell`indotto sono in sciopero dalla mezzanotte dopo la decisione dell`associazione Aigi di non pagare gli stipendi di dicembre (verranno invece erogate le tredicesime).

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