
Italia all'avanguardia sul fumo elettronico con una filiera produttiva in forte espansione e altamente competitiva e una regolamentazione fiscale e normativa che, grazie anche ad alcune recenti modifiche, tutela gli utenti, non penalizza eccessivamente le imprese ed è un modello in Europa. Ma la strada per riconoscere allo "svapo" un ruolo strategico nella lotta al tabacco tradizionale attraverso una sensibile riduzione del rischio rispetto ai prodotti a combustione è ancora lunga. Le autorità sanitarie nazionali continuano ad ignorare i dati scientifici ormai consolidati e a ritenere che le sigarette tradizionali e quelle elettroniche facciano parte della stessa famiglia, mentre le istituzioni europee spingono per politiche fiscali e normative che scoraggerebbero lo svapo rischiando di azzoppare uno degli strumenti più preziosi per la lotta al tabagismo, come dimostrano ormai tutte le statistiche nazionali ed internazionali. Insomma, troppa ideologia e poco pragmatismo.
Di questo si è parlato nel corso del Convegno organizzato da Libero "Il fumo elettronico in Italia: dibattito sui profili scientifici ed economici di una filiera di eccellenza". All'evento che si è svolto a Roma, a Palazzo Wedekind, hanno partecipato il Professor Fabio Beatrice, Primario Emerito all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e Direttore del Board scientifico del MOHRE – Medical Observatory on Harm Reduction; il Professor Giacomo Mangiaracina, medico chirurgo e docente di Salute pubblica all'Università Sapienza di Roma; la Dottoressa Francesca Torricelli, Direttore Ufficio disciplina tabacchi, PLI e altri prodotti soggetti a imposta di consumo dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Umberto Roccatti, Presidente di ANAFE–Confindustria; la Senatrice Elena Murelli, Capogruppo della Lega in Commissione Affari sociali, Sanità e Lavoro del Senato, il Senatore Dario Damiani, Capogruppo di FI in Commissione Bilancio del Senato, l'Onorevole Ylenja Lucaselli, Capogruppo di FdI in Commissione Bilancio della Camera e l'eurodeputato Pietro Fiocchi, del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei.
Nel corso del convegno è stato anche presentato dalla dottoressa Alessandra Ghisleri, di Euromedia Research, un sondaggio realizzato per Anafe su un campione di 4mila persone da cui emerge intanto una carenza informativa dei fumatori tradizionali sulle sigarette elettroniche (solo il 44% si ritiene informato), alte percentuali di chi ha iniziato a
svapare per ridurre i danni del fumo (28,4%) o smettere di fumare (20%), l'elevato grado di soddisfazione di chi è passato alle sigarette elettroniche (82%) e gli evidenti miglioramenti del proprio stato di salute (il 65%).