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"L’evasione fiscale è come un macigno tipo il terrorismo"

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, in audizione in commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria

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«L’evasione fiscale è come un macigno tipo il terrorismo: quando abbiamo 80-100 miliardi di evasione fiscale capiamo che si deve tutti collaborare, nel rispetto dei dati personali». È quanto ha sottolineato ieri, 31 gennaio, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, in audizione in commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. L’esponente di Fdi si è dichiarato favorevole a “superare” i dati Isa, le pagelle fiscali che si basano sui ricavi presunti delle attività sulla base degli acquisti dei fornitori e dei consumi medi nelle aree in cui le loro imprese sono stabilite.
«Quello che si deve fare ed è quello su cui stiamo lavorando», ha sottolineato, «è il cosiddetto data scraping». Si tratta dell’analisi di tutte le “tracce” lasciate sui social network, a partire dagli interessi espressi con un semplice like. È quello che fanno Google, Facebook e tutti gli altri colossi di Internet per proporci annunci pubblicitari, in primo luogo, e contenuti, in secondo, che possano essere in linea con le nostre preferenze e le nostre abitudini. Quello che, invece, ha invocato Leo è un loro utilizzo a fini anti-evasione. Nel senso che chi si ritrae su Instagram nel corso di un viaggio verso mete esotiche o a bordo di auto considerate “di lusso” non può dichiarare al Fisco un imponibile basso. Giusto per fare un esempio. Si tratta di un passo ulteriore nell’evoluzione dell’intelligence fiscale che già per gli autonomi si basa sul cosiddetto «spesometro», cioè l’analisi delle spese effettuate al fine di valutare se siano congrue con i redditi dichiarati, e persino sui prelievi bancomat giacché l’Agenzia delle Entrate di default ritiene che l’eccesso di utilizzo di contante sia un mezzo per occultare i guadagni. Anche perché da tempo l’utilizzo della moneta elettronica è tracciato e, quindi, quei dati sono sempre controllabili attraverso il Sistema di interscambio dati.
Il punto, ha specificato il viceministro, è non fermarsi ai soli dati sull’attività professionale ed economica del contribuente, ma «andare a vedere pure gli elementi significativi del suo tenore di vita: professionisti e imprenditori vanno su Internet e sui social e dicono dove sono stati in vacanza o in quale ristorante». Questi, ha aggiunto, «sono elementi che devono corroborare le proposte che vengono fatte» e per questo è «fondamentale» la collaborazione con il Garante per la Privacy.
La guerra ai furbetti, quindi, andrà anche oltre il perimetro del concordato preventivo. «Non abbassiamo la guardia», ha sottolineato, perché coloro che non aderiranno «entreranno in liste selettive» sulle quali si effettueranno i controlli e, nel caso di «anomalie, là si deve intervenire». Una situazione presumibile anche dal dlgs recentemente approvato che inasprisce i controlli anti-evasione sulla platea che non sceglie l’adempimento spontaneo tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. E in quel tipo di software dedicati all’analisi rientra anche il data scraping che misura, per l’appunto, la propensione, l’orientamento verso alcune tematiche. Ci si sta «lavorando con l’Agenzia delle Entrate e Sogei», ha precisato Leo ricordando la difficile gestione di un magazzino da 1.185 miliardi di debiti fiscali non onorati.
Non si può trascurare come l’annuncio di Leo abbia provocato la reazione della Lega.

«La lotta all’evasione si fa con la semplificazione», ha dichiarato il presidente della commissione Attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli, ribadendo che l’obiettivo della flat tax e delle cedolari secche è il medesimo.

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