Il ceo più pagato del settore petrolifero del Regno Unito affronta accuse di falsificazione mentre cerca l'accordo con Shell. Un'inchiesta di Bloomberg ha ricostruito la controversa ascesa di Francesco Mazzagatti (nella foto), 39enne imprenditore calabrese e fondatore di Viaro Energy, oggi tra i manager più pagati del settore petrolifero britannico. I suoi guadagni nel 2024, pari a 27,6 milioni di sterline (36,2 milioni di dollari), sono stati più di tre volte superiori a quelli dell'amministratore delegato di Shell, Wael Sawan. Mazzagatti, che punta ad acquistare da Shell ed ExxonMobil il terminale di gas di Bacton, è però al centro di accuse di falsificazione e frode legate a presunti documenti bancari falsi usati in precedenti acquisizioni.
Per quasi sessant'anni, Bacton è stato il fulcro dell'approvvigionamento energetico inglese. Un vasto complesso di condotte e silos sulla costa del Mare del Nord, nell'Inghilterra orientale, è l'unico punto di ingresso per il gas proveniente da Belgio e Paesi Bassi, collegando il Regno Unito all'Europa tramite un gasdotto lungo 235 chilometri. Soddisfa fino a un terzo del fabbisogno di gas del Regno Unito, rendendolo un sito di importanza strategica nazionale. Shell ed Exxon Mobil Corp. stanno cercando di vendere il sito. Ed è qui che entra in scena Mazzagatti, fondatore del potenziale acquirente: Viaro Energy. Nei quasi sei anni dalla sua fondazione, Viaro ha portato a termine almeno una mezza dozzina di accordi per gli asset del Mare del Nord, operazioni che la rendono uno dei principali attori del settore.
L'acquisizione da 400 milioni di sterline degli asset di Bacton da Shell rappresenterebbe il culmine dell'azienda, ha dichiarato Mazzagatti annunciando l'accordo proposto nel luglio dello scorso anno. Ebbene, Bloomberg ha ricostruito la carriera di Mazzagatti, iniziata in Calabria dove nel 2004 ha fondato la sua prima azienda che vendeva succhi di frutta in un vecchio magazzino, un ex deposito di olio d'oliva, alla periferia del porto di Gioia Tauro.
Secondo l'inchiesta dell'agenzia americana, l'imprenditore è stato coinvolto in indagini per riciclaggio e in passato segnalato in controlli di polizia insieme a persone con legami mafiosi pur senza essere mai accusato di appartenenza alla criminalità organizzata. È inoltre imputato a Milano in un'inchiesta su presunti fondi illeciti utilizzati per l'acquisto di una raffineria in Iran, derivati da operazioni petrolifere con ex dirigenti Eni da cui avrebbe ottenuto profitti sospetti. Mazzagatti nega ogni illecito e sostiene di essere vittima di una montatura e di una campagna diffamatoria.
L'autorità di regolamentazione del settore, la North Sea Transition Authority, sta ora esaminando l'acquisizione di Shell e valutando se Mazzagatti sia un acquirente idoneo per gestire un'infrastruttura strategica come Bacton.