Nasce in Italia il primo tessuto in fibre naturali disegnato dall'intelligenza artificiale

Il Lanificio Bottoli produce tessuti per i più importanti marchi del lusso a livello mondiale ed è il primo a sperimentale l'uso dell'intelligenza artificiale per i disegni delle nuove collezioni

Il tessuto naturale disegnato dall'intelligenza artificiale
Il tessuto naturale disegnato dall'intelligenza artificiale
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È italiano il primo tessuto realizzato con fibre 100% naturali, ma il cui disegno è stato creato con l’ ausilio dell’intelligenza artificiale. A realizzarlo, e presentarlo nelle tante fiere tessili in corso in questi primi mesi dell’anno in tutto il mondo, è stata un’azienda veneta con una trentina di dipendenti e alle spalle una lunghissima tradizione: il Lanificio Bottoli.

Fondato nel 1861 e oggi guidato da Roberto ed Ettore Bottoli, rispettivamente quarta e quinta generazione nell’impresa di famiglia, il lanificio fornisce tessuti in lana e Cashmere alle più esclusive Maison del lusso. Da Etro a Ballantyne, da Missoni all’icona della moda d’avanguardia giapponese Junya Watanabe.

“Da quanto mio nonno, nel 1946, ha stabilito la sede in quello che un tempo era il distretto laniero di Vittorio Veneto (Treviso) dove siamo ancora oggi, siamo sempre riusciti a competere e sopravvivere in un mercato in costante evoluzione grazie alla capacità di offrire qualcosa che nessun altro aveva pensato di fare e che gli altri non riuscivano a replicare”, spiega Ettore Bottoli. “Mio padre aveva avuto l’intuizione di avviare il progetto delle lane italiane all’inizio degli anni Duemila, quando pochi comprendevano l’esigenza di produrre lane locali e naturali mentre si potevano avere prodotti più convenienti da altre parti del mondo”.

Oltre un mese di addestramento dell'AI

È proprio su queste lane che l’azienda ha realizzato la sua ultima innovazione, presentata in occasione dell’anteprima delle collezioni 2025: “Ci siamo chiesti se l’intelligenza artificiale sarebbe stata capace di creare un disegno che valorizzasse la nostra storia e con l’aiuto del professor Ennio Bianco, esperto di letteratura e di arte digitale, abbiamo provato ad “addestrarla” a cogliere il dna dei nostri tessuti”, racconta Bottoli. “Il risultato, dopo oltre un mese di “addestramento” e circa 400 campioni di tessuto utilizzati, sono dei modelli di tessuto realizzati con fibre 100% naturali e disegno 100% frutto dell’AI”.

Un’esperienza che rappresenta un unicum a livello globale per un lanificio, e che apre alla possibilità di creazioni che attingano a un patrimonio di oltre un secolo di lavorazioni. D’altra parte, “noi siamo uno dei pochissimi lanifici rimasti che partono dalla lana per arrivare al tessuto finito, e questo ci consente di essere molto richiesti anche per i tessuti sperimentali, che sono molto ricercati ora che il cliente di lusso è un po’ stufo di articoli che vede uguali a Parigi, a Londra, a New York o a Tokyo, e preferisce prodotti di nicchia non alla portata di tutti”, prosegue Bottoli, la cui azienda esporta circa il 70% della produzione, con mercati principali in Europa, Giappone e Corea del Sud.

Innovazione e sostenibilità: tessuti tinti con i fondi del caffè

Una caratteristica, quella della sperimentazione, che non riguarda solo l’uso dell’intelligenza artificiale. Tra le innovazioni adottate ci sono anche l’utilizzo di tessuti naturali tinti con una tecnica che consente di riutilizzare i fondi del caffè, e la realizzazione di filati di fibre caseiniche derivate dal latte e con derivati dalle alghe marine, in viscosa di legno di gelso e persino in abaca (detta canapa di Manila), una fibra tessile molto resistente.

Tante novità per continuare a stupire e a conquistare i clienti in un mercato in

costante evoluzione, nel quale “operiamo da oltre 150 anni grazie alla creatività e alla capacità di offrire ogni volta qualcosa che nessun altro aveva pensato di fare e che gli altri non riescono a replicare”, conclude Bottoli.

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