Transizione energetica

Nella corsa al nucleare francese c'è anche un po' di Italia

Il nucleare francese vede protagonista Newcleo, start-up italiana finanziata da grandi nomi del capitalismo nazionale. Un indizio per ciò che può avvenire in futuro anche a Roma?

Nella corsa al nucleare francese c'è anche un po' di Italia

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La Francia ha di recente messo in campo la sua nuova strategia per il rilancio del nucleare. Nel quadro del piano France 2030, assieme a un'ambiziosa strategia mineraria, Parigi vuole dedicare almeno 8 miliardi di euro alla costruzione di nuovi reattori per mantenere la leadership nel settore su scala europea.

La norma promossa dall'Assembela Nazionale nella giornata di martedì 16 maggio rimuove il limitee del 50% sulla quota che l'energia nucleare può detenere nel mix di generazione francese e vara il lancio di nuovi reattori a partire dal 2027. Nel contempo, Parigi ha riunito sedici Paesi dell'Ue, compresa l'Italia, che hanno sottoscritto un memorandum per il rilancio del nucleare comunitario impegnandosi a promuovere l'installazione di 150 GW extra di potenza.

La Francia guida la corsa. E nel progetto c'è anche un pezzo di Italia, rappresentato da Newcleo, un'azienda che ha conquistato un ruolo centrale nei programmi del governo transalpino di Emmanuel Macron. Fondata dal fisico Stefano Buono, Newcleo era presente al recente summit di Versailles "Choose France" in cui Macron ha riunito gli amministratori delegati di diverse grandi aziende internazionali desiderose di puntare su Parigi, compreso Elon Musk, raccogliendo promesse di progetti per 13,5 miliardi di euro.

Newcleo, nota Fortune, "prevede di investire fino a 3 miliardi di euro in Francia tra investimenti industriali e ricerca e sviluppo. Un budget che rende Newcleo uno dei maggiori investitori al vertice Choose France". La società si è mossa sotto traccia per diversi mesi ma è cresciuta approfondendo i legami con grandi gruppi finanziari e industriali del sistema-Paese e giocando un ruolo importante nel progettare strategie di crescita per l'estero. Tra i suoi finanziatori, in un round di raccolta di capitali conclusosi a giugno con la raccolta di 300 milioni di euro, molti nomi noti: Exor Seeds, Azimut, Liftt, Progress Tech Transfer e il banchiere Claudio Costamagna.

La strategia dell'azienda va nella direzione del programma nucleare messo in campo da Macron: Newcleo, infatti, ha come principale obiettivo quello di "sviluppare piccoli reattori nucleari di quarta generazione, raffreddati al piombo, che utilizzano combustibile riciclato" riducendo quindi l'esposizione del sistema di produzione agli sprechi e all'impatto ambientali. Inoltre, "gli ambiti di applicazione delle tecnologie dell’azienda italiana, oltre la produzione di energia elettrica, includono la produzione di idrogeno, la desalinizzazione delle acque e la produzione di isotopi medicinali". La strategia nucelare francese mira a muoversi proprio sul fronte dell'aggiornamento della tecnologia e, come ricordava Gian Piero Joime parlando con ilGiornale.it, la strategia di sviluppo di reattori di grande taglia passerà gradualmente, in Europa e non solo, verso la miniaturizzazione e la creazione di reattori piccoli e modulari (Small Modular Reactors, Smr) dal minor impatto visivo, economico e ambientale. Tutto questo in attesa della grande sfida della fusione.

Newcleo si prende la Francia, Enel vola in Slovacchia a costruire centrali, l'Italia inizia politicamente a riconsiderare la tecnologia abbandonata a fine Anni Ottanta. E per la transizione energetica questa è una partita importante. Ad oggi le imprese italiane si fanno spazio all'estero, ma presto potrebbe venire il tempo di crescere nuovamente anche sul fronte nazionale.

E il sistema industriale è pronto per cavalcare una nuova primavera del nucelare tricolore.

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