Leggi il settimanale

Nuovo nucleare, spinta del + 2,5% al Pil: AIN presenta il dossier e firma con ANIMA Confindustria per la filiera italiana

"Le rinnovabili stanno aumentando la loro presenza nel mix energetico, ma da sole non bastano a garantire stabilità e sicurezza del sistema. Il recente accordo europeo che dal 2027 sancirà lo stop al gas russo conferma quanto sia urgente affiancare alla crescita delle rinnovabili fonti programmabili, sicure e ad alta affidabilità" ha detto Stefano Monti, Presidente AIN e Presidente della European Nuclear Society

Nuovo nucleare, spinta del + 2,5% al Pil: AIN presenta il dossier e firma con ANIMA Confindustria per la filiera italiana

Il nucleare torna al centro della strategia energetica italiana: 117.000 nuovi posti di lavoro potenziali, con una supply chain in Europa autonoma al 90% per fare fronte ad una domanda elettrica in crescita del 165% entro il 2030. Sono alcuni dei dati chiave del dossier “Nucleare in Italia: Dal dire al fare”, presentato oggi dall’Associazione Italiana Nucleare (AIN) nel corso della Giornata Annuale, durante la quale è stato anche firmato il Memorandum con ANIMA Confindustria per rafforzare la filiera industriale nazionale.

Nel suo intervento inaugurale, Stefano Monti, Presidente AIN e Presidente della European Nuclear Society, ha richiamato la necessità di un approccio integrato alla transizione energetica verso la decarbonizzazione: “Le rinnovabili stanno aumentando la loro presenza nel mix energetico, ma da sole non bastano a garantire stabilità e sicurezza del sistema. Il recente accordo europeo che dal 2027 sancirà lo stop al gas russo conferma quanto sia urgente affiancare alla crescita delle rinnovabili fonti programmabili, sicure e ad alta affidabilità. La forte espansione dei consumi elettrici – spinta da digitalizzazione, data center, intelligenza artificiale ed elettrificazione dei riscaldamenti – renderà questa esigenza ancora più evidente. E in un contesto geopolitico che ha mostrato tutta la fragilità della dipendenza dai combustibili fossili importati, il nucleare non rappresenta solo una scelta climatica, ma una leva strategica per la sicurezza degli approvvigionamenti e per ridurre lo svantaggio competitivo del nostro sistema industriale. Per questo l’Italia deve investire in filiere qualificate, competenze avanzate e capacità produttive in grado di sostenere una transizione credibile nel lungo periodo”.

Il passaggio dal dibattito all’attuazione richiede una comunicazione chiara, inclusiva e basata su evidenze scientifiche – ha dichiarato il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica dell'Italia, Gilberto Pichetto Fratin -. Il nucleare può contribuire in modo decisivo alla sicurezza energetica, alla competitività industriale e agli obiettivi climatici del Paese, ma solo attraverso un confronto trasparente con istituzioni, imprese, comunità scientifiche e cittadini. Oggi registriamo un dialogo sempre più informato e meno influenzato da interpretazioni semplificate o ideologiche, segno di una discussione pubblica in progressiva maturazione. Lavorare insieme - nel dialogo e nella responsabilità - significa creare le condizioni perché le scelte sul futuro energetico siano condivise, comprese e sostenibili”.

Dossier AIN: sicurezza, numeri e filiere come leva competitiva

Il dossier presentato oggi offre una fotografia chiara del nuovo scenario energetico e industriale in cui si muove il nucleare. Nel mondo sono operativi 420 reattori, con oltre 60 nuovi impianti in costruzione, e gli investimenti globali sono cresciuti del 40% negli ultimi cinque anni, segno di un settore che sta tornando centrale nelle strategie dei principali Paesi industrializzati. Accanto ai grandi impianti, avanzano anche le tecnologie modulari: sono 80 i progetti di SMR (Small Modular Reactors) attivi in 19 Paesi, alcuni già in fase di esercizio o prossimi alla connessione alla rete.

In Europa, il nucleare continua a svolgere un ruolo strutturale: garantisce un quarto della produzione elettrica e contribuisce a circa il 40% dell’energia decarbonizzata generata nell’Unione. A ciò si aggiungono caratteristiche ambientali decisive per la transizione: il ciclo di vita di un impianto nucleare produce appena 12 grammi di CO₂ per kWh, valori allineati all’eolico, e richiede una superficie minima — 0,4 km² per TWh — rispetto alle tecnologie non programmabili come solare ed eolico, che necessitano di ordini di grandezza superiori.

Il dossier evidenzia inoltre aspetti industriali spesso poco discussi ma determinanti. Il nucleare è oggi l’unica tecnologia low-carbon con una supply chain per il 90% interna all’Unione Europea, mentre il 90% dei materiali critici delle rinnovabili proviene dalla Cina. Questo elemento fa del nucleare una leva di autonomia strategica, oltre che un comparto ad alto valore aggiunto: ogni euro investito genera 2,4 euro di indotto tra industria, ricerca e professionalità.

La fotografia energetica si intreccia con un ulteriore fattore emergente: la rapida crescita dei data center e dell’intelligenza artificiale, che secondo le stime riportate da AIN potrebbero far aumentare i consumi elettrici europei di oltre il 160% entro il 2030. Una dinamica che sta già mettendo sotto pressione le reti e che richiede capacità programmabile, affidabile e a basse emissioni.

In questo nuovo scenario si aggiunge anche il quadro geopolitico: con l’abbandono programmato dell’Europa del gas russo entro il 2027, gli Stati membri dovranno sostituire volumi significativi di energia con fonti interne, sicure e non intermittenti.

È in questo contesto che il dossier colloca il fabbisogno di competenze: per un programma coerente con il PNIEC 2050, AIN stima la necessità di 117.000 nuove figure professionali, tra tecnici, ingegneri e specialisti di sistema, a testimonianza di un potenziale occupazionale significativo e di una domanda crescente di competenze avanzate.

La firma del Memorandum AIN – ANIMA Confindustria

Nel corso dell’evento è stato firmato il Memorandum of Understanding tra AIN e ANIMA Confindustria, con l’obiettivo di costruire una piattaforma stabile di collaborazione tra comunità nucleare e meccanica industriale italiana.

L’intesa prevede anzitutto uno scambio strutturato di competenze e analisi tecniche, così da mettere a sistema il patrimonio informativo delle due realtà. Sono inoltre previste attività di formazione e workshop rivolti alle imprese interessate alle nuove tecnologie nucleari. AIN e ANIMA Confindustria collaboreranno alla partecipazione a progetti europei e internazionali, in particolare su SMR, AMR e fusione, e istituiranno gruppi di lavoro congiunti dedicati a sicurezza, materiali e processi industriali. Completano l’accordo iniziative comuni di divulgazione tecnica rivolte a istituzioni e stakeholder, per accompagnare in modo informato il percorso di sviluppo della filiera.

Le prospettive economiche, richiamate dal report THEA–Edison–Ansaldo, indicano un impatto economico che vale circa il 2,5% del PIL, con oltre 117.000 nuovi posti di lavoro, di cui 39.000 diretti nella filiera industriale.

Pietro Almici, Presidente di Anima Confindustria ha commentato: “In un contesto di crescente attenzione verso nuovi fonti energetiche in Italia, l'accordo siglato tra Anima Confindustria e Ain rappresenta un passo significativo per promuovere l’importanza del settore nucleare. Le due associazioni, unite nella volontà di promuovere soluzioni innovative e sostenibili, hanno riconosciuto come l'industria meccanica, rappresentata da Anima, possa svolgere un ruolo cruciale nella creazione di una filiera dell'energia nucleare. Grazie alle competenze tecniche e all'esperienza accumulata nel settore meccanico, le aziende associate Anima sono in grado di contribuire alla realizzazione di impianti nucleari sicuri ed efficienti. Questo accordo non solo promuove la collaborazione tra i due enti, ma favorisce anche la transizione energetica del nostro Paese, rendendo il nucleare una componente essenziale nel mix energetico nazionale. L'impegno congiunto di Anima e Ain potrà garantire un futuro energetico più sostenibile e innovativo per l'Italia”.

Un confronto ad ampio raggio verso la transizione energetica

La Giornata Annuale AIN ha visto la partecipazione di rappresentanti di IAEA, NUCLEAREUROPE, ISIN, ISPRA, ENEA, SOGIN, GSE, NUCLITALIA, EDISON, ANSALDO NUCLEARE, CIRTEN, ANIMA Confindustria e delle nuove generazioni del settore. Al centro del dibattito: sicurezza, regolazione, gestione dei rifiuti, modelli industriali, lesson learned internazionali, comunicazione scientifica e necessità di competenze nuove per sostenere le filiere emergenti.

A chiusura dei lavori, Stefano Monti ha indicato la direzione in cui concentrare gli sforzi del sistema Paese: "Per rendere il nucleare una reale opzione per la transizione energetica servono tre elementi: un quadro regolatorio stabile e allineato agli standard internazionali, una filiera qualificata secondo criteri tecnici verificabili e un investimento continuo nelle competenze ingegneristiche e operative.

Ma tutto questo non basta se non viene accompagnato da una comunicazione rigorosa, trasparente e basata su dati, capace di spiegare tecnologie, benefici e limiti con la stessa precisione con cui affrontiamo gli aspetti tecnici. Solo integrando sicurezza, capacità industriale e informazione corretta potremo costruire un ecosistema nucleare credibile e sostenibile nel lungo periodo".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica