
Da ieri, 16 settembre, Mfe controlla il 75,6% di Prosiebensat1, la principale tv commerciale di Germania. In giornata il gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi (in foto) ha staccato un assegno da 437,7 milioni e ha girato 127 milioni di azioni Mfe di tipo A di nuova emissione agli ex azionisti Prosieben che hanno aderito all'offerta lanciata quest'estate, con un'operazione che vale 906 milioni. Il direttore finanziario di Mfe, Marco Giordani, ha incontrato gli analisti per dare i numeri del nuovo gruppo paneuropeo e per fare il punto sulla governance. Il prossimo passo, infatti, sarà quello del cambio del Consiglio di sorveglianza di Prosiebensat, composto da 9 membri di cui solo 4, al momento, sono espressi da Mediaset.
Ad oggi nel Cds siedono ancora i due consiglieri espressione del gruppo ceco Ppf, che ha aderito all'offerta di Mfe: «Stiamo aspettando di vedere se qualche membro del consiglio deciderà di dimettersi», ha detto Giordani. In ogni caso non si aspetterà fino alla prossima assemblea generale prevista per la primavera 2026, ma verrà proposto un nuovo consiglio di sorveglianza con un'assemblea che si terrà entro due mesi. Il nuovo board, a sua volta, potrà nominare gli amministratori esecutivi e dare il via al nuovo corso entro l'anno. Con un nuovo management Mfe deve rilanciare la società bavarese che proprio ieri ha tagliato i target per il 2025: il calo della pubblicità nel terzo e quarto trimestre legati alla debolezza dell'economia tedesca - peseranno sui ricavi, per una stima finale di 3,653,80 miliardi (contro 3,85 miliardi stimati in precedenza). E l'adjusted Ebitda è atteso tra 420 e 470 milioni, ben al di sotto dei 520 milioni (±50 milioni) delle ultime stime. Il risultato netto, invece, dovrebbe risultare superiore ai 229 milioni del 2024 grazie a effetti fiscali (già noti).
Per quanto riguarda il futuro delle azioni Prosieben, il cfo ha escluso il delisting, per almeno i prossimi 6-12 mesi. Quello che è certo è che «l'ultimo trimestre dell'anno segnerà l'inizio del consolidamento di Prosieben», ha aggiunto Giordani. Ne risulterà una media company da 6,9 miliardi di ricavi prima in Europa con un ebitda complessivo di 2,3 miliardi e un debito netto di 2,5 miliardi.
A livello di soci, in seguito alla diluizione avvenuta, Fininvest detiene ora il 33,8% dele azioni capitale (ma il 47,5% dei diritti di voto), la fiduciaria Simon il 13% (18,1%), Vivendi il 3,1% (4,3%) e il gruppo Ppf entra in partita con il 6,8% (1,7% dei voti).