Finanza sostenibile

La sostenibilità alla prova della guerra in Ucraina: il report Ey

Non cala l'attenzione delle aziende italiane alla sostenibilità ma resta bassa l'emissione di bond sostenibili: il report Ey sulla sostenibilità

La sostenibilità alla prova della guerra in Ucraina: il report Ey

Dopo Deloitte, che ha sottolineato la "fame" di fondi sostenibili e politiche industriali e finanziarie per la transizione green, anche un altro colosso della consulenza, Ey, parla di finanza sostenibile e delle sue prospettive in Italia. Il risultato? Neanche un anno di guerra in Ucraina ha, ad oggi, cambiato i piani della maggioranza assoluta delle imprese italiane nella corsa alla finanza sostenibile e alla riduzione delle emissioni. E questo al netto dei problemi da caro-energia che affliggono tutti i principali mercati.

Il nuovo studio di Ernst & Young Seize the change mostra come i trend di sostenibilità siano oramai una dinamica dominante nel mercato italiano. E circa tre quarti delle aziende intervistate per il report (74%) indica di aver completato la costituzione di organi di reporting per la sostenibilità. 92 aziende su 100 hanno l'obiettivo di inserire l'attenzione alla fornitura "sostenibile" di beni e semilavorati nel rendiconto finanziario. Ed è pari al 47% la quota delle aziende che hanno promosso obiettivi in materia di utilizzo di energie rinnovabili, mentre un terzo di queste aziende (il 15% del complesso del campione) li ha inseriti nel proprio piano strategico.

Ey nel suo report sottolinea che per quasi due terzi delle società l'impatto del conflitto in Ucraina non è risultato in una modifica dei piani di sostenibilità. Il 65% delle aziende sentite nel sondaggio del gruppo inglese non ha modificato le tappe. "In questo scenario emerge come il tema della sostenibilità venga preso in considerazione anche dalle piccole e medie imprese e non solo da quelle medio-grandi", scrive Verità & Affari."Anche se questo avviene a velocità variabile sui singoli temi e con disomogeneità tra i settori in quanto alcuni (energy e tessile) procedono più velocemente rispetto ad altri (media, telecomunicazioni e costruzioni) nell’integrazione della sostenibilità". Massimo Antonelli, Ceo di Ey in Italia e Coo di Ey Europe West, osserva che "la sostenibilità ha cambiato le aziende" e oggi "rappresenta la priorità a livello di investimento per il 40% dei Ceo mondiali".

Di fronte all'incedere della Tassonomia Green dell'Unione Europea, all'ascesa delle nuove richieste comunitarie di trasparenza e dell'aumento della lotta al greenwashing, non solo la stragrande maggioranza delle società quotate (82% per la precisione) ha sviluppato un piano di sostenibilità, una quota aumentata del 32% rispetto al 2021, ma si osserva anche un contesto in cui il 30% delle aziende ha definito target quantitativi.

Inoltre, aumenta l'attenzione percepita sul tema dell'economia circolare, col 60% delle aziende che implementa iniziative in materia. Una quota molto più alta del 24% del 2018, a testimonianza dell'importanza di temi come il riutilizzo delle risorse e la lotta agli sprechi in un quadro di efficienza.

Secondo i dati Ey, a questi piani però si associa un rallentamento dell'espansione della finanza sostenibile. Il 26% delle aziende l'ha messa nel 2022 nei suoi piani strategici e ben il 40% è pronta a investire in ottica Esg. Ma il 3% delle imprese soltanto ha emesso bond verdi o strumenti di investimento sostenibile come mezzi di finanziamento. Ed è su questo fronte che il sistema finanziario dovrà lavorare nel 2023, mettendo al servizio della crescita gli investimenti di nuova frontiera.

Per rendere la sostenibilità, già diventata mainstream, un vero volano di crescita per imprese e territori.

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