Finanza sostenibile e tutela del clima, le priorità dei top manager

Il report Deloitte su transizione e finanza sostenibile parla chiaro: i temi sono in cima all'agenda dei manager. E prosegue l'engagement pubblico con clienti e dipendenti

Finanza sostenibile e tutela del clima, le priorità dei top manager

La partita della finanza sostenibile e della lotta al cambiamento climatico è ormai parte integrante del mainstream finanziario. L'indagine annuale fatta da Deloitte su manager, amministratori delegati e esponenti dell'alta finanza e dell'impresa a livello globale lo testimonia.

La ricerca CxO Sustainability Report 2023 - Accelerating the Green Transition, indagine realizzata dal grande gruppo consulenziale britannico su tutti i suoi clienti e partner a livello globale ha raccolto oltre 2000 interviste in 24 Paesi ai manager C-Level (CxO) di diverse compagnie appartenenti ai principali settori dell'economia ed è stata presentata in occasione del World Economic Forum di Davos.

In essa Deloitte segnala due dati interessanti. Il primo è che la transizione, l'adattamento alla finanza sostenibile e la lotta ai cambiamenti climatici sono una priorità per quasi la metà dei manager, il 42% per la precisione, che indica nella battaglia per l'ambiente una delle tre priorità per il corretto funzionamento del mercato negli anni a venire. Il secondo è che la percezione di tale sfida è più alta in Italia che a livello globale.

La necessità di interventi per contrastare il cambiamento climatico è in Italia ritenuta una priorità dalla maggioranza assoluta dei manager interpellati. Per la precisione, il 52% degli intervistati riconosce in essa la più impellente sfida da fronteggiare per consolidare la rotta dello sviluppo nel 2023. E una percentuale ancora più alta dei manager italiani, il 63% (dato leggermente superiore a quello globale al 61%) si dice certo che la propria azienda sarà condizionata dalle dinamiche ambientali e climatiche globali in un orizzonte di tre anni. L'Italia sovraperforma anche nel lato delle azioni concrete intraprese: Deloitte riporta che il 75% degli intervistati ha promosso nelle sue aziende pratiche legate alla finanza Esg, all'economia circolare o alla ricerca della sostenibilità su scala globale. Tale percentuale in Italia sale all'80%.

Nel report Deloitte emerge inoltre quello che è ritenuto un ostacolo chiave per lo sdoganamento della finanza sostenibile e della transizione energetica: il 24% dei manager sentiti da Deloitte ha messo sul tavolo il tema della difficoltà di misurare all'interno delle loro organizzazioni l'impatto ambientale. Il 19% ha sottolineato l'eccessiva onerosità dei processi di rendicontazione ambientale. Ma su scala globale il 91% dei manager ha risposto affermativamente a una domanda secca di Deloitte: “la mia azienda può continuare a crescere mentre si riducono le emissioni di gas serra”. Il concetto di "giusta transizione" incorpora proprio la sostenibilità economica, finanziaria e sociale delle politiche aziendali e pubbliche di crescita e incorpora l'obiettivo di costruire una società che si concentri sul portare avanti il processo con pragmatismo.

Tali dati sono destinati a consolidarsi di fronte alla diffusione delle generazioni più giovani nel mercato del lavoro: il tema dell'engagement, che su queste colonne abbiamo sottolineato come cruciale, aiuta a portare le pratiche Esg e di sviluppo sostenibile dal vertice delle organizzazioni al mercato facendo remare lavoratori, clienti e manager nella stessa direzione.

I clienti delle società finanziarie sono alla ricerca di prove reali dell'impegno per la sostenibilità dei gruppi e i consumatori delle aziende retail chiedono azioni più incisive sul cambiamento climatico nella manifattura: insomma, la sostenibilità è un corpo che si muove organicamente. E che dal management al mercato riceve input crescenti per diventare, di fatto, il trend dominante del sistema economico di domani.

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