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Stellantis, cresce l’allarme su Mirafiori

Serve un modello per utilizzare appieno le catene di montaggio. L’obiettivo del milione di auto

Stellantis, cresce l’allarme su Mirafiori

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Stellantis, cresce l’allarme su Mirafiori

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Gli stabilimenti italiani di Stellantis che sfornano auto e veicoli commerciali non viaggiano tutti alla medesima velocità e l’obiettivo di tagliare il traguardo del milione di unità prodotte è ancora molto lontano, soprattutto se si considerano le sole vetture. Nel 2023, infatti, la produzione di macchine è stata di 521.104 unità. Obiettivo invece raggiungibile in qualche anno se il calcolo viene fatto con l’aggiunta dei 230.280 furgoni che portano il dato complessivo, come evidenziato dal recente report Fim-Cisl, a 751.384 automezzi. Di questi, il 63% sono stati esportati all’estero contribuendo alla bilancia commerciale italiana.

Ma ora siamo nel 2024 e a destare più preoccupazioni è la fabbrica storica di Mirafiori, nonostante le varie attività «green» parallele. Dopo il calo delle vendite della Fiat 500 elettrica (poco più di 77mila unità rispetto alle 90mila stimate) e in attesa dei primi riscontri dallo sbarco del Cinquino a batteria negli Stati Uniti, i timori sulla tenuta dell’impianto sono legati a Maserati.

Il Suv Levante, infatti, dovrebbe cessare la produzione tra qualche mese, anticipato dallo stop in marzo alla versione Trofeo con motore Ferrari. È vero che ci sono le nuove GranTurismo e GranCabrio, ma non sono modelli di volume.

Da qui l’urgenza che il quartier generale parigino di Stellantis indirizzi su Mirafiori almeno un nuovo modello capace di segnare una vera svolta produttiva.
Il capitolo Maserati, ora, uscite di scena Ghibli e Quattroporte, con Levante pure verso lo stop, la Casa del Tridente si regge come numeri grazie al Suv compatto Grecale, una vera manna, tra l’altro, per l’impianto di Cassino. Bene, invece, il sito di Modena con la supercar Mc20 nelle varie declinazioni, mentre indiscrezioni danno per praticamente finita la missione dell’«Innovation lab», struttura voluta dall’ex ad di Fca, Sergio Marchionne, in vista dei lanci delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio, che dal 2019, l’anno prima della pandemia, porta invece il marchio del Tridente e annovera il simulatore di guida più innovativo al mondo. Ebbene, un centinaio di ingegneri saranno trasferiti nella sede modenese di via Ciro Menotti. Da capire quale fine faranno gli altri colleghi.

La chiusura o il forte ridimensionamento farebbero parte dei tagli generali in atto decisi dall’ad Carlos Tavares. Proprio nei giorni scorsi, intanto, a Modena sarebbe stata notata la presenza del presidente di Stellantis, John Elkann.

Insomma, i piani illustrati dall’ad Tavares - tra nuove piattaforme e modelli, per ora solo assegnati, a Mirafiori (nuova Quattroporte dal 2025), Melfi (5 novità elettriche, la prima dalla fine di quest’anno, ma con Fiat 500X e Jeep Renegade ormai a fine corsa), Cassino (nuove Alfa Romeo Giulia e Stelvio non prima del 2025) - cercano di rassicurare sul futuro, ma non è altrettanto se si guarda al presente. Occorre tenere conto anche degli scenari generali in evoluzione e dei propositi di cambiare le carte in tavola (niente stop ai motori endotermici a favore del «tutto elettrico»), come promesso dal capogruppo del Ppe, Manfred Weber, in caso di una nuova maggioranza al Parlamento Ue dopo le elezioni di giugno.

Il faccia a faccia in tv chiesto da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, con l’ad Tavares, va in direzione di una reale chiarezza.

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