Stellantis d’America investirà 13 miliardi

Previsti 5mila posti di lavoro. Italia in attesa

Stellantis d’America investirà 13 miliardi
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Stellantis riparte ufficialmente dagli Stati Uniti. Il mercato più importante per il gruppo non può aspettare fino al 2026, addirittura il prossimo giugno se sarà confermato il rinvio del nuovo piano globale. L'investimento quadriennale è infatti salito da 10 a 13 miliardi di dollari. Inoltre, saranno creati oltre 5mila posti di lavoro. Apprezza il sindacato americano Uaw, ma non fa altrettanto l'organismo canadese dei lavoratori Unifor. Lo Stato confinante, infatti, è stato escluso dall'operazione e lo stabilimento di Brampton, nella regione di Toronto, non produrrà più la Jeep Compass, dirottata invece a Belvidere, nell'Illinois. La decisione, secondo il premier canadese Mark Carney, «è la diretta conseguenza degli attuali dazi voluti dalla Casa Bianca e delle potenziali future azioni commerciali degli Usa». Il governo, a questo punto, ha annunciato interventi a protezione dei lavoratori e andrà alla ricerca di nuove opportunità di investimento.

La leader sindacale canadese Lana Payne punta il dito contro Filosa: «Non si può permettere a Stellantis di rinnegare i suoi impegni e non possiamo restare a guardare, mentre i nostri posti di lavoro vengono trasferiti negli Stati Uniti. Il gruppo aveva dato ai 3mila dipendenti di Brampton e alle loro famiglie la speranza di un futuro sicuro e sostenibile nella produzione automobilistica».

Il trasloco della linea preposta alla Jeep Compass rientrerebbe negli accordi presi dal presidente John Elkann (nella foto) con Donald Trump il quale non ha mai nascosto la volontà di spostare l'assemblaggio dei veicoli dal Canada agli Usa.

La produzione annuale americana, dunque, sarà potenziata del 50% e i nuovi lanci si aggiungeranno alle 19 iniziative di prodotto già pianificate in Illinois, Ohio, Michigan e Indiana.

«È l'investimento più significativo - sottolinea Stellantis in una nota - nei 100 anni di storia dell'azienda negli Usa». Il commento di Emanuele Orsini, presidente di Confindustria: «O l'Europa si sveglia o perde pezzi di industria». Lunedì il vertice tra i sindacati italiani e Filosa.

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