
Potrebbero allungarsi i tempi della presentazione del nuovo piano strategico di Stellantis firmato da Antonio Filosa (in foto). Programmato intorno al prossimo marzo, il Capital markets day del gruppo rischia ora di andare incontro a un rinvio a causa di «fattori esogeni critici» come i dazi Usa e le decisioni che verranno prese a Bruxelles sul futuro del settore automotive, tuttora in discussione. «Sebbene inizialmente avessimo indicato il primo trimestre del 2026, adesso sarebbe più corretto dire il primo semestre del prossimo anno», ha spiegato Ed Ditmire, responsabile globale delle relazioni con gli investitori di Stellantis. Se ne saprà di più il prossimo 30 ottobre quando Filosa commenterà i dati del terzo trimestre 2025.
L'ipotesi del rinvio del piano globale a metà 2026 preoccupa i sindacati metalmeccanici italiani che il 20 ottobre incontreranno Filosa a Torino. Al di là delle rassicurazioni di rito, a impensierire le organizzazioni dei lavoratori è il fatto che, se a livello internazionale le idee non sono ancora ben chiare, ancora di più si prevedono per l'Italia dove la produzione langue e il gruppo tiene ancora botta grazie alla vecchia Fiat Panda che, da sola, copre oltre il 50% delle auto sfornate dagli impianti.
Ma riflessioni sarebbero in corso soprattutto sul futuro di Maserati, marchio che la gestione Tavares ha messo al tappeto. C'è, in proposito, alla luce delle offerte di acquisizione che arrivano dagli Emirati, chi vede un possibile scorporo. Cessioni all'orizzonte vengono smentite da Stellantis, ma la situazione del Tridente è indubbiamente al limite a causa di errori strategici (il tutto elettrico) e l'azzeramento di modelli graditi al pubblico: Levante, Quattroporte e Ghibli. Anche Alfa Romeo necessita di risposte immediate dopo il rinvio al 2028 dei lanci delle nuove Giulia e Stelvio. Lo stesso Filosa, inoltre, è oggetto di critiche da parte dei sindacati francesi per avere spostato il baricentro decisionale su manager di fiducia italiani e americani. È il caso di Emanuele Cappellano, a capo dell'Europa allargata, e di Francesco Ciancia, al volante delle attività degli stabilimenti. Di ieri, inoltre, è la notizia del ritorno di Mauro Pino, con una lunga esperienza nel gruppo, alla guida delle operazioni produttive negli Usa.
Non mancano i problemi di qualità: un maxi-richiamo, infatti, riguarda 700mla modelli Diesel dei marchi francesi Peugeot, Citroën, DS e della tedesca Opel. I guidatori non verrebbero allertati in caso di malfunzionamento del catalizzatore o del filtro antiparticolato.