I “grandi” italiani dell’auto (e non solo). Le “leggende” che hanno portato nel mondo la creatività del nostro Paese insieme al buon gusto, all’eleganza e alla sportività. Ci sono famiglie che sono legate a doppio filo con la tradizione, il saper inventare e il saper reinventarsi nel segno sempre della scuola tricolore, invidiata e ricercata ovunque. Pininfarina fa parte di questo patrimonio: il capostipite Battista “Pinin” Farina con il figlio Sergio, storico presidente della società che ha declinato i valori del design Pininfarina nell'
Un percorso che si materializza nel documentario di Marina Loi e Flavia Triggiani "Storia di una leggenda. Pininfarina", presentato in anteprima al Cinema Massimo, a Torino, e in onda martedì 9 dicembre alle 15 e 25 su Rai 3. L'opera, prodotta da Flair Media Production in collaborazione con Rai Documentari e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte-Piemonte Doc Film Fund, restituisce in chiave cinematografica la leggenda Pininfarina, intrecciando design, impresa e racconto identitario con la storia di una famiglia italiana che, di generazione in generazione, ha saputo creare un marchio divenuto iconico nel mondo, contribuendo fortemente a far conoscere e amare l'italian style. Una storia di bellezza, arte e imprenditoria italiana, in cui le migliori menti creative si sono incontrate per realizzare oggetti indimenticabili E, nel corso della sua storia, Pininfarina ha collaborato con marchi del calibro di Ferrari, Maserati, Lancia, Alfa Romeo, Frecce Tricolori, Arma dei Carabinieri e molti altri, lasciando una traccia indelebile nella storia del design, con il suo stile elegante e senza tempo.
"Storia di una leggenda. Pininfarina" è arricchito da una serie di testimonianze inedite: da Giorgetto e Fabrizio Giugiaro, con Lapo Elkann (tutti presenti all’anteprima torinese) a Piero Ferrari. Quindi, Luca di Montezemolo, Giuseppe Lavazza, il cantante Mario Biondi e la signora Giorgia Pininfarina, vedova di Sergio. Un racconto di circa un’ora, con gli interventi anche dell’ex ceo Silvio Angori, arricchito da immagini di repertorio tratte da archivi storici e privati della famiglia Pininfarina, della Ferrari, dell'Istituto Luce e delle Teche Rai la cui ricchezza di contenuti accompagna lo storytelling e fa da contrappunto ai vari episodi di questa saga familiare. Importanti, poi, le testimonianze dei giornalisti Gianni Cancellieri (presente pure alla serata) firma storica e profondo conoscitore dei Pininfarina, Silvia Baruffaldi e Luca Delli Carri.
Lucia Morselli, attuale presidente di Pininfarina Spa: “Un grande onore ricoprire questo ruolo, inoltre rappresento la prima donna al vertice dell’azienda con un cognome diverso da Pininfarina. Siamo a Torino, la città che ha inventato tutto: l'automobile italiana, la Rai, la telefonia, l'aerospazio. Il futuro è radioso, sono stati fatti progetti con le più grandi case automobilistiche mondiali, naturalmente tutti estremamente riservati. Uno di questi è con Mercedes, posso dire solo questo, Il documentario che vedrete in tv racconta la storia di grandi italiani che si sono trovati, hanno collaborato e hanno costruito il mito delle loro aziende, ma hanno soprattutto costruito il mito del Made in Italy”.
Lapo Elkann, da parte sua, ha ricordato, tra le tante cose, il lancio della sua 500 “Spiaggina”, fatta rivivere alcuni anni fa attraverso Garage Italia con la collaborazione di Fiat e di Pininfarina. Un’icona degli anni ’60 il cui stile evoca il lusso, la voglia di mare e la Dolce Vita. Il commento di Giorgetto Giugiaro: “Il più bel modello di Pininfarina secondo me? La Ferrari 275 GTB, la vettura che io amo di più di tutte quelle che Pininfarina ha fatto. Ma sono tante le forme che hanno dato uno spunto per far qualcosa di diverso. C'è sempre una base che ti dà l'opportunità di andare avanti”.
"Quella di Pininfarina - dice la regista e produttrice Flavia Triggiani - è una storia ricca di fascino che possiede gli elementi leggendari tipici delle grandi sfide e che nel suo percorso si intreccia con la grande storia del nostro Paese e del territorio italiano e piemontese. Abbiamo dunque contattato l'azienda che, accogliendo con entusiasmo il progetto, ci ha aperto i suoi preziosi archivi privati. E lì abbiamo scoperto un tesoro di ricordi che ci restituiscono lo spirito del tempo del secolo scorso. Avere un archivio così esclusivo a disposizione, oltre ad altri importanti archivi utilizzati come le Teche Rai e l'Istituto Luce, conferisce un valore immenso al documentario che fa compiere al pubblico un incredibile viaggio tra passato e presente nella storia sociale, nel costume, nella bellezza e nello stile italiano riconosciuto in tutto il mondo".
"L'obiettivo - aggiunge la regista e autrice Marina Loi - è raccontare una vicenda unica, tipicamente italiana, ma di fama internazionale, lunga quasi un secolo, di indubbio appeal, che si interseca con i grandi eventi della storia italiana, dalla guerra al boom economico, dalla austerity conseguente alla crisi energetica degli anni '70 alle rivoluzioni tecnologiche degli ultimi decenni.
Una vicenda leggendaria iniziata con una piccola attività artigianale di carrozzeria che diventa poi leader in tutto il mondo per la qualità del design, il senso del bello, l'armonia, tutti valori che rappresentano lo stile italiano nel mondo, il cui impatto ha sicuramente influenzato anche i cambiamenti del costume che si sono susseguiti in più di 95 anni".