Svolta Tesla. Crollano i ricavi, Musk apre alle utilitarie

Musk corre ai ripari e promette modelli più economici. Il titolo riparte ma è incognita Cina

Svolta Tesla. Crollano i ricavi, Musk apre alle utilitarie
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I conti trimestrali disastrosi, il nuovo giro di licenziamenti e il rally di ieri in Borsa. Il 2024 di Tesla si è aperto pieno di contraddizioni. La casa Usa ha pubblicato tra martedì e mercoledì i risultati dei primi mesi e, per la prima volta dal 2012, ha registrato ricavi in calo: meno 9% a 21 miliardi di dollari a fronte di 386.810 veicoli venduti. Giù anche l’utile netto, diminuito del 55% a 1,1 miliardi di dollari. Severo il verdetto di Wall Street, dove Tesla ha perso più del 40% del valore da gennaio. Il fondatore Elon Musk (nella foto) ha già comunicato il taglio del 10% della forza lavoro complessiva di Tesla: solo tra Texas, California e New York perderanno il posto in 6.305 dipendenti dal 14 giugno. «Il calo dei volumi – si legge in un comunicato della società – è stato in parte dovuto alla fase iniziale della rampa di produzione della Model 3 aggiornata presso il nostro stabilimento di Fremont e alle chiusure della fabbrica dovute alle deviazioni delle spedizioni causate dal conflitto nel Mar Rosso e all'attacco incendiario alla Gigafactory di Berlino».

Ieri, tuttavia, Tesla ha segnato un recupero a doppia cifra in Borsa (+11%), complice la promessa di Musk secondo il quale l’azienda produrrà nuovi modelli economici tra la fine di quest’anno e i primi mesi del 2025. «Questi nuovi veicoli – precisa Tesla – compresi quelli più economici, utilizzeranno aspetti della piattaforma di prossima generazione, così come aspetti delle nostre piattaforme esistenti, e potranno essere prodotti sulle stesse linee di produzione della nostra attuale gamma di veicoli». Una dichiarazione piaciuta agli investitori, ma che ha deluso chi cercava risposte dopo il caso Model 2, il progetto per la presunta nuova vettura low-cost che sarebbe stato accantonato a inizio aprile. A pesare sulla strategia di Musk anche la politica dei tassi di Fed e Bce, che ha già costretto Tesla a ridurre i prezzi fino a 2mila dollari per le Model 3 e Model Y. La pressione del mercato sta diventando insostenibile. La sensazione è che non basterà il lancio dei robotaxi a guida autonoma per uscire dall’impasse.

Musk – finito nel mirino di una giudice del Delaware che ha bocciato il compenso da 56 miliardi approvato dagli azionisti – dovrà realizzare la nuova gamma di auto elettriche a basso costo. Altrimenti finirà schiacciato nella competizione con le case cinesi sostenute dagli incentivi del governo di Pechino.

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