Si alza il velo sul nuovo piano della Tim che verrà, vale a dire quella che rimarrà dopo lo scorporo della rete. Ieri l’amministratore delegato, Pietro Labriola, ha presentato al cda (oggi lo farà alla comunità finanziaria) il piano industriale «Libera di correre» che comprende anche Sparkle, la società dei cavi internazionali al centro delle trattative con il ministero dell’Economia. Ebbene, per il periodo 2024-2026 si prevedono ricavi in crescita del 3% medio annuo dai 14,4 miliardi di euro del 2023. Mentre l’ebitda after lease (il margine operativo lordo al netto dei costi di leasing) è previsto in aumento dell’8% medio annuo, dai 3,5 miliardi del 2023, nonostante «un contesto macroeconomico fortemente incerto». I margini, al netto degli investimenti, saranno circa 2,2 miliardi al 2026.
Tra i passaggi più importanti del piano - che ha avuto l’ok unanime del board - quello relativo al debito, la grande zavorra del gruppo. Il rapporto tra debito ed ebitda after lease scenderà a 1,6-1,7 volte rispetto a 3,8 volte dei pro-forma al 2023. In vista un’ulteriore stretta sui costi di 400 milioni al 2026.
Ieri, inoltre, il board ha varato la nuova lista del cda. Alberta Figari, avvocata di Legance e con tre mandati nel cda di Generali, è stata indicata come nuovo presidente, confermato Labriola nelle vesti di ad. In tutto sono stati presentati 15 nominativi, in attesa che l’assemblea dei soci approvi la riduzione del board a 9 membri. In attesa del via libera, il cda ha già approvato di ridurre a 1,3 milioni lordi annui (dagli attuali 2,2 milioni) il compenso massimo dell’intero organo.
Quanto alla lista, il consiglio ha dato luce verde con l’astensione dei tre consiglieri che avevano votato contro alla vendita della rete di Tim a Kkr e, quindi, più vicini a Vivendi: Cristiana Falcone, Giulio Gallazzi e Marella Moretti. Un voto che a prima vista sancisce ancora una distanza con il primo azionista francese, anche se ambienti a conoscenza del dossier parlano di un aumento delle possibilità di un accordo in vista dell’assemblea dei soci convocata il 23 aprile. Sebbene tutte le soluzioni rimangano aperte, a Parigi pare stia facendo breccia la real politik a dispetto di uno scontro che rischierebbe di deprimere ancora di più un investimento da quattro miliardi.
Tornando alla lista, in quest’ordine figurano il presidente di Cdp Giovanni Gorno Tempini, Paola Camagni e Federico Ferro Luzzi (entrambi furono eletti con Assogestioni, che non presenterà una lista). Mentre Domitilla Benigni è tra i nomi nuovi, finita nel radar del presidente uscente Salvatore Rossi per essere esperta di cybersicurezza. Completano la rosa Jeffrey Hedberg, Paola Tagliavini, Maurizio Carli, Romina Guglielmetti, Leone Pattofatto, Antonella Lillo, Andrea Mascetti, Enrico Pazzali, Luca Rossi.
Infine, c’è l’ok ai conti del 2023 che si è concluso con una perdita di 1,4 miliardi (dimezzata dai 2,9 del 2022) e un
indebitamento finanziario netto rettificato a 25,6 miliardi, in leggero rialzo. La perdita sarà coperta dalle riserve. Quanto al closing con Kkr sulla rete, è attesa sempre entro l’estate «come concordato tra le parti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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