Dimissioni di massa e uffici chiusi: cosa sta succedendo a Twitter

Ore tesissime all'interno dell'azienda. Licenziamenti in massa dopo l'ultima lettera ai dipendenti, la società chiude gli uffici fino a lunedì, e la sede di San Francisco viene presa di mira nella notte. Sui social è in tendenza l'hashtag #RipTwitter

Dimissioni di massa e uffici chiusi: cosa sta succedendo a Twitter

Si avvicina la fine di Twitter? Secondo alcuni si tratterebbe di una conclusione ormai inevitabile, tanto che in rete si sta sempre più diffondendo l'hashtag #RipTwitter. Dopo l'arrivo di Elon Musk, proprietario del social da ormai tre settimane, sta letteralmente accandendo di tutto, dai licenziamenti in massa alla levata di scudi per la richiesta di abbonamento legata alla spunta blu.

Sono ore di fermento, specie da quando i dipendenti si sono visti recapitare un ultimatum dal patron di Tesla. Un vero e proprio out out, che consiste nello scegliere fra restare e "dedicarsi all'azienda incondizionatamente" oppure andarsene. Gli impiegati hanno avuto tempo fino a giovedì pomeriggio per decidere e, a quanto pare, ci sono state dimissioni in massa.

La nuova politica di Musk non è piaciuta ai dipendenti del social, che nella lettera interna inviata dal loro nuovo presidente sono stati invitati a "lavorare per lunghe ore ad alta intensità per costruire un Twitter 2.0 rivoluzionario e avere successo in un mondo sempre più competitivo". E ancora: "Solo una prestazione eccezionale varrà un punteggio sufficiente". La lettera, arrivata lo scorso mercoledì e visionata da AFP, si concludeva con una scelta: cliccare sul Sì oppure sul No. In tanti, a quanto sembra, hanno scelto No.

Qualunque sia destino del celebre social con l'uccellino blu, di sicuro si tratta della chiusura di un cliclo. Non sono ancora chiari i progetti di Elon Musk, fra gli utenti della rete si fa addirittura largo l'ipotesi che il miliardario abbia acquistato l'azienda col preciso intento di farla implodere dall'interno. Le speculazioni sono tante.

Intanto montano le proteste dei dipendenti. Per coloro che se ne andranno è previsto un compenso pari a tre mesi di stipendio. Già 7.500 impiegati sono stati licenziati da Musk, e altri si stanno dimettendo in queste ultime ore. Chi se ne va sta già facendo sentire la propria voce sui social. Un certo Andrea Horst, che risulta ancora "Supply chain manager (survivor) at Twitter", ha aggiunto l'hashtag #lovewhereyouworked. Una scelta comune a quella di molti altri suoi colleghi. "Potrei essere eccezionale, ma non sono incondizionato", è stato il commento di Horst alla lettera di Musk.

E mentre l'hashtag #RipTwitter si diffonde a macchia d'olio, scalando la classifica delle tendenze, Twitter ha chiuso fino al prossimo lunedì tutti gli uffici dell'azienda e senza fornire spiegazioni. I dipendenti sono stati inoltre invitati a "rispettare la politica aziendale astenendosi dal discutere informazioni riservate sui social media, con la stampa o altrove".

Nel frattempo, il quartier generale del social a San Francisco è finito nel mirino del projection activist Alan Marling, che ha proiettato sulle mura

dell'edificio alcuni messaggi contro Elon Musk. Offese e critiche pesanti, che vanno da "la prova che Elon è un idiota" a "parassita supremo", "megalomane" e altri insulti irripetibili.

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