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Vini lombardi, una bottiglia su quattro se la beve la Germania

Record dell’export che nel 2022 si è attestato a quota 319 milioni di euro, +7,8% rispetto al 2021. Bene anche l’occupazione che negli ultimi 10 anni è cresciuta del 17,6%

Vini lombardi, una bottiglia su quattro se la beve la Germania

Il comparto vitivinicolo lombardo si presenta a Vinitaly in grande spolvero. Nel 2022 i vini lombardi hanno, infatti, registrato il nuovo record storico dell’export, arrivando a sfiorare quota 320 milioni di euro, per un valore sui mercati internazionali pressoché raddoppiato negli ultimi 15 anni. Positivi anche i dati sul fronte dell’occupazione, aumentata del 17,6% negli ultimi 10 anni, nonostante la Brexit, la pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina e i tanti alti e bassi del contesto economico a livello globale.

Nel 2022 export a quota 319 milioni, +7,8% rispetto al 2021

I numeri sono emersi durante la presentazione del Padiglione Lombardia a Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e distillati la cui 55^ edizione andrà in scena a Verona dal 2 al 5 aprile. Nel corso del 2022 l’export della produzione vitivinicola della Lombardia è cresciuto del 7,8% rispetto al 2021, raggiungendo quota 319 milioni e 623 mila euro, pressoché il doppio rispetto ai 167 milioni e 699 mila euro che erano stati registrati nel 2007, 15 anni prima (Dati Istat elaborati dall’Ufficio Studi di Unioncamere Lombardia).

Auricchio Fontana Beduschi
da sinistra Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia, Attilio Fontana Governatore della Regione Lombardia e Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura

La Germania assorbe il 24% del prodotto venduto all'estero

Il mercato principale per i prodotti vitivinicoli lombardi è quello tedesco, che nel 2022 ha rappresentato il 24% dell’export e che nel periodo 2019-2021, a cavallo della pandemia da Covid-19, è cresciuto addirittura del 46,7%”, ha spiegato Alessandro Beduschi, assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia. "Seguono, in termini di valore, gli Stati Uniti, con una quota del 12,5%, la Svizzera (8,6%), il Giappone (6,4%), la Francia (4,1%), il Regno Unito (4%) e la Spagna (2,9%)”. Di particolare rilievo anche la crescita delle vendite nel Regno Unito, dove i vini lombardi hanno superato di slancio lo scoglio della Brexit, con un + 29% sul mercato britannico proprio a cavallo dell’addio di Londra all’Unione Europea.

Ma il patrimonio vitivinicolo lombardo rappresenta anche “una risorsa fondamentale in termini economici”, ha sottolineato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia. “Da un lato ci sono le 3 mila imprese vitivinicole lombarde, che sono state capaci di attraversare anche i durissimi anni della pandemia salvaguardando l’occupazione e creando, nel corso degli anni, nuovi posti di lavoro. Oggi abbiamo 6.275 occupati stabili, il 17,6% in più rispetto a dieci anni fa, ai quali si aggiungono naturalmente decine di migliaia di stagionali e persone occupate nell’indotto. Dall’altro lato ci sono il turismo enogastronomico e il valore del settore in termini di marketing territoriale, che abbiamo già esplorato con l’Expo del 2015 e che dobbiamo sfruttare ancora di più in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026”.

La produzione 2022 conta oltre 142 milioni di bottiglie potenziali

Un potenziale espressione di terroir e territori unici caratterizzati dalla presenza di montagne, colline, pianura, fiumi e laghi. “La Lombardia vanta 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT e, in termini di qualità, può tranquillamente competere con le più rinomate regioni vitivinicole a livello non solo nazionale, ma anche internazionale”, ha spiegato Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia. “L’ultima vendemmia, pur caratterizzata da condizioni meteorologiche estreme, si è chiusa con una produzione fatta per la stragrande maggioranza di vini a Denominazione di qualità, per cui nove bottiglie su dieci dell’annata 2022 saranno a marchio DOCG, DOC o IGT”.

La produzione dello scorso anno, infatti, conta oltre 142 milioni di bottiglie potenziali, per l’88% vini a Denominazione di qualità. Una percentuale in virtù della quale la Lombardia, già prima regione in Italia per valore della produzione agroalimentare, si conferma ai vertici a livello nazionale anche per quanto riguarda la quota di vini di qualità sul totale della produzione. E a testimoniare l’importanza del comparto è stato anche il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, il quale ha sottolineato che “è irrinunciabile venire qui in Regione Lombardia per presentare l’imminente inaugurazione di Vinitaly.

Una Regione Lombardia forte, presente, strategica, per noi sicuramente un grande valore aggiunto, da anni al nostro fianco per valorizzare l'export del vino italiano del mondo. Sarà un grande Vinitaly, da record, più di 4.400 espositori, 18 padiglioni interamente occupati: aspettiamo operatori in arrivo a Verona da 130 paesi diversi del mondo.

Quindi una grande fiera internazionale dove il vino italiano è rappresentato a 360 gradi”.

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