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Whirlpool al capolinea, l'ex fabbrica di Napoli verrà abbattuta

Addio all'ex fabbrica della Whirlpool di Napoli: l'annuncio è stato dato da Felice Granisso dopo un incontro al ministero. Qual è stata la risposta e le preoccupazioni dei sindacati di categoria

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Tra poche settimane e verrà abbattuto il vecchio sito della Whirlpool a Napoli: lo ha dichiarato soddisfatto Felice Granisso, Ceo della Newco Italian Green Factory (Gruppo Tea Tek), al termine del tavolo che si è tenuto nella Capitale al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La data indicata per l'apertura del cantiere è lunedì 8 aprile.

Le parole di Granisso

"L’azienda è molto soddisfatta per l’esito dell’incontro presso il Ministero - ha dichiarato Granisso - e accoglie positivamente il sostegno del governo, delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali al piano di ristrutturazione ex Whirlpool. Nei prossimi giorni convocheremo le parti sindacali per aggiornarle sul piano industriale. Il mese prossimo, l’8 aprile, daremo il via al cantiere in cui sorgerà Italian Green Factory". Nel caso specifico si tratta del nuovo polo industriale "verde" dove regneranno pannelli solari oltre allo sviluppo e la ricerca sulle energie rinnovabili.

La nota dei sindacati

Appena appresa la notizia è stata diramata una nota congiunta dalle sigle sindacali Fim Fiom e Uilm. "La direzione di Italian Green Factory, società controllata da Teatek e impegnata nella reindustrializzazione della ex Whirlpool di Napoli, ci ha informato che sono stati appaltati i lavori di abbattimento del vecchio stabile, che partirà ad aprile, e sono in procinto di essere appaltati quelli di ricostruzione". Nonostante la buona notizia, i sindacati sottolineano che sono rimaste insolute alcune problematiche nei rapporti fra impresa e istituzioni. "Gli ordinativi continuano ad affluire sia di inseguitori solari sia di cabine di trasformazione, ma finché non sarà avviata la produzione devono essere evasi con acquisti all’estero".

Il nodo sui dipendenti

Le sigle, continua la nota, hanno sottolineato la possibilità che i dipendenti possano tornare al lavoro anticipatamente ma senza le necessarie rassicurazioni e in modo generico. "Come sindacato esprimiamo preoccupazione per il ritardo maturato fino ad ora, poiché evidentemente i 294 dipendenti resteranno in cassa integrazione fino a quando le attività produttive non saranno effettivamente partite. Lo stesso Accordo di Programma sarebbe dovuto essere firmato entro il 31 gennaio" continuano.

Da qui un pensiero è stato rivolto alla Regione Campania rea, secondo i sindacati, di aver provocato i ritardi più gravi oltre alla negazione del riconoscimento di "una integrazione ai lavoratori durante la formazione a dispetto di quanto ci era stato prospettato in precedenti riunioni. Come sindacato chiediamo quindi di avere con Italian Green Factory un confronto per approfondire il piano industriale con le modifiche che sono state presentate a Invitalia ancora non sono state portate a nostra conoscenza, nonché di conoscere quale sia in concreto la più volte ventilata ipotesi di rientro anticipato al lavoro in altro sito da individuare".

Infine, alla Regione Campania i sindacati hanno chiesto di "non sottrarsi al doveroso contributo alla vertenza ed ai lavoratori, ragion per cui rivendichiamo al più presto la necessità di un incontro di chiarimento".

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