Paola Setti
È come nel calcio, basta un gol allultimo minuto e hai vinto la partita. A Vittorio Adolfo poco importa di avere 25 sostenitori e 24 nemici su 51 componenti del comitato regionale Udc. «Ho la maggioranza - ride - ho vinto di nuovo». Agli atti resta un partito spaccato a metà, un segretario regionale, Adolfo, dimissionario con tutto il comitato e un calo di voti preoccupante in Liguria. Ma in politica, come nel calcio, è la strategia che conta ai fini del campionato, e qui il campionato si conclude in autunno, con il congresso regionale. La prima mossa laveva fatta nei giorni scorsi Sergio Cattozzo lavversario di sempre: un documento che con 26 firme sfiduciava Adolfo e chiedeva il congresso.
La contromossa lha fatta il segretario, con il vice Umberto Calcagno e il segretario provinciale di Genova Fabio Broglia: «Le firme sono 24 e non 26» annunciano, perché il segretario provinciale di Imperia, Giovanni Rodà, è sospeso dal partito, e perché Franco De Bernardi di Sanremo ha inviato una lettera ad Adolfo spiegando che sì, lui lha firmato il documento di Cattozzo, ma solo perché «è stato raggirato», e rinnovando piena fiducia al segretario. «Io invece di firme ne ho 25: 8 su 8 a Imperia, 5 su 6 a Savona, 12 su 36 a Genova - chiarisce Adolfo -. Quindi nessuno mi ha sfiduciato e, se mai mi sono dimesso». Bastano i numeri anche per individuare i «colpevoli», quei 24 rivoltosi genovesi che, da Giandomenico Barci a Marco Desiderato a Roberto Suriani hanno sottoscritto gli strali di Cattozzo. Strategia, si diceva: «Mi sono dimesso perché sono io che mando a casa loro, non il contrario» si lascia scappare lAdolfo infuriato. Che poi spiega: «Se lUdc perde voti li perde a Genova città, certo non a Imperia o nel Tigullio: doverano i genovese alle ultime elezioni?». Il Collegio 10: «Suriani lo hanno voluto candidare i genovesi, io ho solo dato la mia disponibilità a farlo. Se ne assumano la responsabilità». E le regionali. «Avevo chiesto a tutti di candidarsi per il bene del partito. Non ha risposto nessuno, tantomeno Cattozzo». Quindi, ribalta le accuse di cattiva gestione Adolfo: «È impossibile gestire un partito così. È necessario azzerare tutto, rifare il tesseramento, tanto più che attualmente risultano più iscritti che voti, e andare a congresso».
Dice Broglia che «Mi schiero con Adolfo perché qui cè un progetto per qualcosa e non contro qualcuno». Aggiunge Adolfo che lui voleva scioglierlo già da tre mesi, il comitato regionale, e che Cattozzo ha agito così per ottenere un commissario dellarea di Vito Bonsignore e non di Marco Follini il leader nazionale in asse con Adolfo. «Il commissario lo indica Follini in ogni caso - smentisce Cattozzo -. La nostra operazione era solo volta a ottenere un nuovo congresso.
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