Azzurri in campo contro i flop della Provincia

Azzurri in campo contro i flop della Provincia

«È vero, lo confesso. Ero di buonumore, quando mi sono messo ad ascoltare la relazione di bilancio della Provincia che è stata letta in aula dal presidente Alessandro Repetto. Poi, però...».
Poi, però, che è successo? Non ci lasci in sospeso.
«Mi spiego - attacca di buon grado Lorenzo Zito, vicecapogruppo di Forza Italia a Palazzo Spinola -. A mano a mano che procedeva la lettura, e venivano forniti dati e giudizi, l’ho detto e lo ripeto: mi sono ritrovato avvolto in un’atmosfera di cupo pessimismo e di disarmante disillusione».
Colpa di Repetto?
«Colpa della politica del presidente, ma anche delle contraddizioni della maggioranza che lo sostiene».
Cominciamo dal presidente.
«Ha elencato una serie di realizzazioni solo virtuali, e ha messo sulla carta progetti che non hanno nessuna ragionevole prospettiva di essere realizzati».
In sintesi.
«Altro che sintesi! Qui bisognerebbe analizzare ad uno ad uno i passaggi della relazione di Repetto, per arrivare a scoprire che le “incompiute“ superano di gran lunga le cose fatte».
Lei, nel suo intervento in aula, ha spaccato il capello in quattro.
«Lo ha riconosciuto lo stesso capo della giunta, pubblicamente. Del resto non è la prima volta che mi dedico a verificare punto per punto la relazione di bilancio, mettendo a nudo le incongruenze. L’ultima volta, ho fatto un intervento-fiume che è stato seguito con attenzione da tutti i colleghi e dai componenti della giunta».
Anche questa volta, comunque, ha schiacciato l’acceleratore...
«Più che altro diciamo che anche questa volta ho cercato di utilizzare al meglio il microfono e, soprattutto, il tempo a disposizione del gruppo per denunciare le manchevolezze dell’amministrazione».
I difetti più evidenti, nella politica della giunta, a suo parere quali sono?
«Mi limito a ricordare l’essenziale, di cui è responsabile anche una maggioranza divisa e contraddittoria: politiche sociali inadeguate, in particolare nell’ambito dell’immigrazione, della tutela della famiglia e dei minori, e dei soggetti deboli in generale. E inoltre: assoluta mancanza di progetti di promozione delle attività sportive, che, anche per la loro capacità di aggregazione, rappresentano un volano fondamentale per la salute e il benessere delle giovani generazioni».
Ma lei ha anche proclamato ad alta voce l’importanza della cultura. O meglio: ha denunciato l’assenza di una politica culturale coerente col ruolo della Provincia e con le esigenze delle persone.
«Eccome. Dopo le occasioni perse con Genova 2004, capitale europea della cultura, anche nel 2005 la Provincia ha brillato per assenza di iniziative di autentico spessore, che fossero in grado di offrire un rilievo significativo e di respiro europeo come ci si attendeva a seguito degli impegni assunti».
E invece?
«E invece si è realizzato solo qualche concerto Genova Live. Un’iniziativa validissima, per carità, di cui io stesso avevo sostenuto l’efficacia. Ma è troppo poco per definire una politica a favore della cultura».
Anche il turismo può diventare, un importante fatto di cultura.
«Certamente. Ma anche in questo campo l’amministrazione guidata da Repetto ha fatto sostanzialmente flop. Come definire altrimenti la politica dell’accoglienza e dell’ospitalità promessa e messa in cantiere dai vertici di Palazzo Spinola, a fronte dei risultati ottenuti? Vogliamo dirla proprio tutta?».
E allora diciamola proprio tutta, consigliere Zito!
«La Provincia sembra essersi dimenticata che larga parte dell’economia di questo territorio si basa sul turismo, e ancora non è riuscita a dare a questo settore il giusto rilievo, neppure all’interno delle previsioni di un bilancio che risulta totalmente privo della dovuta attenzione verso progetti concreti e a breve termine».
Mi pare che lei stia demolendo l’edificio fin dalle fondamenta.


«Ma quale edificio! Questa, piuttosto, è una spelonca fatiscente, che la politica del centrosinistra, con Repetto al timone, ha costruito sul niente e vuol mantenere in piedi a tutti i costi. Senza accorgersi che, nel giudizio della gente, è già bell’e che crollata».

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