Gli azzurri del rugby al tutto per tutto con l'Irlanda dei placcaggi-choc

«Noi e loro abbiamo le stesse possibilità di vincere», dice il coach dell'Italia. Ma di fronte avremo avversari con un'arma segreta

Se n'erano già accorti qualche tempo fa i giornalisti irlandesi specializzati in rugby, e ora l'allarme viene rilanciato da Rightrugby, uno dei più attenti tra i blog italiani dedicati alla pallaovale. La novità è che l'Irlanda - prossima e decisiva avversaria dell'Italia ai Mondiali in corso in Nuova Zelanda - ha elaborato una tecnica di placcaggio rivoluzionaria, tanto da costituire una delle poche vere novità viste nel corso della competizione iridata. Da che mondo è mondo, ai rugbisti è stato insegnato che l'essenza del placcaggio sta nel costringere - più o meno rudemente - l'avversario al suolo, in modo tale da fargli abbandonare il pallone e potersene impadronire. L'Irlanda ha cambiato tutto. Chocke-tackle, ovvero placcaggio a strozzo. Il malaugurato portatore del pallone viene preso in mezzo da due irlandesi, uno lo impatta sotto il pallone e l'altro blocca l'ovale. Se va bene glielo scippa. Se va male, intorno ai tre uomini si crea un raggruppamento spontaneo da cui la palla non riesce più a uscire. A quel punto, regolamento alla mano, l'arbitro fischia una mischia a favore della squadra che ha eseguito il placcaggio. E, quasi inevitabilmente, il possesso del pallone si inverte.
Il confine tra questa tecnica e il placcaggio al collo (vietatissimo) è sottile, ma gli irlandesi hanno imparato a non valicarlo. L'inventore del chocke-tackle è Les Kiss, allenatore dei trequarti (ovvero le linee arretrate) della nazionale del trifoglio. Les Kiss viene dal rugby a tredici giocatori, una variante diffusa prevalentemente in Oceania, dove questa tecnica ha avuto le prime elaborazioni. Ma Les Kiss l'ha perfezionata e adattata al rugby classico. Ai Mondiali neozelandesi, l'Irlanda ha riservato la sua mossa segreta all'unico avversario che temevano davvero, l'Australia: e proprio nel placcaggio a strozzo sta una delle svolte tecnico-tattiche che hanno consentito ai verdi, contro ogni previsione, di sconfiggere i temibili australiani.
Domenica mattina c'è Irlanda-Italia, e per entrambe è una prova senza appello: chi vince va avanti nel percorso mondiale, chi perde va a casa. Per l'Italia, sarebbe la prima volta. E oggi, in conferenza stampa, il coach azzurro Nick Mallett si è mostrato doverosamente ottimista, «ce la giochiamo alla pari». Anche se poi, poco scaramanticamente, ha spiegato che prima del match darà l'addio alla squadra, sulla cui panchina domenica, se perdiamo, siederà per l'ultima volta (a fine Mondiale il suo contratto scade). Mallett ha confermato la squadra che ha battuto nettamente gli Stati Uniti, con l'unica novità del rientro di Andrea Masi.

Formazione sostanzialmente scontata, anche se Mallett è il primo a sapere che - se vogliamo sperare di farcela - dovrà entrare in campo un'Italia ben diversa da quella che contro i fragili americani ha fatto vedere soprattutto imprecisioni e scarsezza di idee. Gli irlandesi, come l'Australia ha sperimentato sulla sua pelle, sono fatti di un'altra pasta. Anche senza bisogno di ricorrere al chocke -tackle.

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