Fermata «Porto di Mare», le telecamere del metrò riprendono il gruppetto di adolescenti mentre si muove come normali passeggeri in pigra attesa. Poi il più grosso alza le mani e tutti si lanciano sulla vittima, individuata per un telefono di ultima generazione o un paio di scarpe. Calci e pugni, poi la fuga. Ecco i nuovi pandilleros dei «Latin dangerz» e dei «Los Brothers», le due bande appena sgominate dagli investigatori del commissariato Mecenate: 25 arresti in una notte, quasi tutti minorenni. Uno di loro, Batezito, coinvolto in un omicidio, era stato scarcerato solo tre giorni fa.
Bravi i ragazzi del distretto diretto da Francesca Fusco, appena quattro investigatori, ma hanno fatto un lavoro enorme per mettere insieme mesi di aggressioni, rapine, pestaggi un po’ in tutta la città. Era difficile combinarli insieme, trovare un minimo comune denominatore.
Si inizia infatti il 13 marzo 2009 quando due diciottenni vengono picchiati e derubati in piazza Sant’Alessandro. Poi altre agguati e pestaggi qua e là, senza punti di riferimento. Il primo sospetto che dietro quella scia di aggressioni ci sia un unico gruppo dopo il pesante pestaggio di a un venticinquenne al metrò «Porto di Mare» l’8 maggio. E così gli investigatori iniziano a mettere insieme le diverse denunce presentate in altri commissariati e ai carabinieri.
Il 1° novembre 2010 la conferma di aver imboccato la pista giusta. Il branco attacca tre volte, ma dopo l’aggressione a un sessantacinquenne, che riporterà danni permanenti, «Nerito» ecuadoriano di 20 anni, viene arrestato dagli agenti di Mecenate insieme a un peruviano di 19. Un paio di mesi dopo gli stessi poliziotti arrestano altri due «latinos» dopo una seconda raffica di assalti.
L’altra notte la resa dei conti. Viene mobilitato l’intero distretto e inizia la retata: presi 18 i minori, nove finiscono al Beccaria, gli altri in comunità. Tra loro quattro donne e i capi con stravaganti nomi di battaglia come «Brandon», «El Jeff», «Dj Steve», «Muela», «Goku» e «Saoko». Due sono sottoposti a prescrizioni, come non uscire la sera e non frequentare luoghi pubblici. Quattro i maggiorenni in manette, tra cui «Erik», «Pierre» e «Batezito», già coinvolto nell’omicidio di un ecuadoriano di 21 anni in viale Testi il 16 gennaio. Era uscito di galera da tre giorni. «Così me lo rovinate» ha detto mamma.
L’operazione si chiama «Nuove Leve» perché i pandilleros, dalla loro apparizione 10 anni fa, hanno cambiato pelle. Finita l’aggregazione «nazionale» che portava i peruviani nei Commando, i dominicani nei Trinatarios, i salvadoregni nei Mara e così via. Rimane la provenienza, sudamericani e di seconda generazione, ma ora le bande sono etnicamente miste e comprendono anche ragazze, crudeli come i maschi. Basta vederle in Internet mentre prendono a cinghiate le aspiranti «Ladies Dangerz».
Non hanno più un territorio fisso da presidiare ma agiscono lungo le linee delle metropolitane, sulle banchine o in superfice, soprattutto nei giardini, usando i treni come mezzo di fuga. Come si vede nei filmati delle telecamere dell’Atm. Ininfluenti i bottini, solo un pretesto per sfogare una cieca violenza fine a se stessa. Almeno i vecchi «Latin Kings» portoricani, uno straccio di regole l’avevano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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