Ditelo con gli ideogrammi. Ma sarà dura farsi capire: deve aver pensato così quel bimbetto giapponese che ieri, a 10 anni, si è perso in metrò. Ore 18, sotterranei di piazza Duomo: comincia così la sua ordalìa, una prova che nemmeno gli eroi manga dei suoi fumetti avrebbero affrontato senza pensiero. È stata la curiosità di quel nome che è già una foto da scattare: Duomo. Ed ecco che la manina si divincola da quella dei genitori e il bimbo abbandona il vagone. Nella ressa la mamma non si accorge. Figuriamoci il papà. Il piccolo samurai cammina, ciondola davanti alle pubblicità: a Kanagawa, la sua città, di così grandi non ne ha mai viste. Intanto i genitori proseguono altre quattro fermate, poi a Lima il cuore balza in gola. «Lui dovè?», «Ma non stava con te?». «Per mano lavevi tu!». Anche in Giappone il tempo delle recriminazione finisce presto.
I genitori si precipitano dagli agenti di Atm e descrivono in inglese il bambino. Pochi minuti e il piccolo viene localizzato e dopo poco anche i genitori possono riabbracciarlo. Arigatò Sa! Grazie mille. Giusto il tempo di insegnare agli agenti anche un po di giapponese.Baby samurai si perde in metrò
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.