Il Bach dei francesi all’Opera Una sera tutta per Couperin

Il Bach dei francesi. Così venne definito Francois Couperin (1668-1733), compositore, organista e clavicembalista francese contemporaneo al grande genio di Eisenhach. Il che non è certo complimento da poco. E se la sua fortuna cessò in Francia con la sua morte, nei paesi tedeschi perdurò invece per tutto il secolo XVIII proprio grazie a Bach, che lo conosceva e ne apprezzava il grande talento e la sensibilità: tanto da copiare - a quel tempo era prassi comune tra musicisti riprendere e rielaborare le composizioni altrui - il suo rondeau «Les Bergeries» per sua moglie Anna Magdalena. Programma interamente dedicato proprio a Couperin, quello di domani sera alla Gog (Teatro Carlo Felice, ore 21), protagonista Cristophe Rousset, per la prima volta sul palco della Giovine Orchestra Genovese con il suo ensemble «Les Talens Liriques».
Serata all’insegna della musica antica - vale a dire il repertorio dell’Europa musicale del XVII e XVIII secolo - interpretata con strumenti d’epoca e diretta da Rousset, musicista entusiasta ed appassionato, che oltre ad essere sul «podio», siederà anche al clavicembalo, lo strumento con cui a soli ventidue anni vinse il prestigioso «Concours de clavecin de Bruges». Il gruppo Les Talents Liriques, il cui nome viene dal sottotitolo di un’opera di Rameau, «Les Fetes d’Hébé», è stato creato dallo stesso Rousset nel 1991 ed è oggi tra i gruppi barocchi più importanti, consacrati all’interpretazione di spartiti poco noti o dimenticati e parallelamente a quella di grandi capolavori del repertorio antico: madrigali, mottetti, cantate, arie d’amore e brani sacri, nulla hanno trascurato tra le forme musicali dell’epoca.
Acclamatissimo in Francia, conosciutissimo all’estero, ha all’attivo decine di incisioni, tra cui la colonna sonora del film «Farinelli il castrato», nel 1994; è formato da Gilone Gaubert-Jacques ed Hélène Schmitt (violini), Emmanuel Jacques (violone), Jocelyn Daubigney e Stefanie Troffaes (flauti traversieri), Gilles Vanssons e Maike Buhrow (oboi), Catherine Pépin (fagotto), Laura-Monica Pustilnik (tiorba). E per amor di chiarezza, precisiamo che il violone è una specie di contrabbasso, la tiorba uno strumento appartenente alla famiglia dei liuti e per traversiere si intende il flauto traverso in legno.
Ma veniamo al programma della serata. Tutto Couperin, si è detto, con le Sonate e Suite «a tre» intitolate «Les Nations»: «L’Espagnole», «La francoise», «L’Impériale», «La Piémontoise».

Pagine meravigliose, che rivelano una sensibilità insolita per il tempo in cui furono scritte, con un’intensità meditativa e con tratti che definiremmo già romantici e che per certi aspetti anticipano alcune composizioni di Schubert o Chopin.
Prossimo concerto, lunedì 2 maggio (ore 21) con Robert Levin al pianoforte e il Quartetto Skampa; in programma, Beethoven e Schumann.

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