Cronaca locale

Badanti, un giorno a caccia dei moduli fantasma

Per regolarizzare la badante bisogna prima informatizzare il nonno. Da quattro giorni è partita la campagna del Governo per regolarizzare badanti e colf, ma il pre-requisito fondamentale è avere dimestichezza con internet. Solo e soltanto via web è, infatti, possibile procurarsi il modello F24, salvacondotto tanto desiderato, per sistemarsi, previo pagamento di 500 euro più marca da bollo, la coscienza e la badante in casa, a norma di legge. Nessun’altra via tradizionale o cartacea è stata, invece, prevista per ora. Internet, un prodigio per chi lo sappia usare, è un ostacolo enorme per chi sia in là con l’età e non voglia dipendere da figli e nipoti. Insomma, il nonno del terzo millennio già arriva ad accettare una badante che magari non parli la sua lingua e non rida alle sue battute in dialetto, ma che poi gli venga richiesto di essere più abile dei nipotini via web, è forse davvero una pretesa troppa «futurista». Inoltre se il nonno non è «adsl» è «out», perché con una linea analogica tradizionale la stampa dei moduli è molto lunga.
Eppure un giro fra gli uffici postali di Milano e in alcuni sportelli bancari non lascia dubbi: qui i moduli non ci sono. In Piazza Cordusio si sono attrezzati con dei foglietti su cui è riportato l’indirizzo web dell’Agenzia dell’Entrate, www.agenziaentrate.gov.it. Questo è solo uno dei siti da cui scaricare i moduli. Ma in verità vi sono altri tre siti da cui «fare il download», come dice chi parla bene il linguaggio web: si possono infatti consultare anche www.interno.it, www.lavoro.gov.it ed anche www.inps.it. «Chi ha bisogno di una badante, nella maggior parte dei casi è anche «badato» da qualche parente», spiegano con saggezza agli sportelli postali di Largo Corsia dei Servi, «Comunque in posta si potrà solo effettuare il versamento, ma i moduli vanno scaricati solo via internet». Stessa cortesissima risposta in via Medeghino, mentre in via Mazzini spiegano: «Stamane una nuova circolare ha ribadito che noi non avremo questo moduli». La stessa cosa accade andando per banche dove, per ora, oltre alla cortesia si dispensa un pizzico di confusione. Alcuni sportelli ammettono di non sapere come aiutarci, come all’Unicredit di viale Corsica. «Richiami più tardi» è il gentile suggerimento di una filiale di banca intesa. In un’agenzia della Bnl invece sorridono: l’impiegato si alza di scatto e ci porge, sicuro, un modulo: «Questo andrà benissimo, è il modello F24 tradizionale, ma vedrà che indicando il codice tributo abbinato alla causale, lo potrà usare per le badanti». Apprezziamo lo zelo, ma no, quel modello non va bene. Ed infatti da qui nasce la confusione: i moduli F24, utilizzati per pagare accise e tributi, si trovano effettivamente in banca e in posta oltre che online. Ma per regolarizzare badanti e colf l’Agenzia delle entrate ha stampato un modello ad hoc con campi precisi per il codice fiscale o un documento d’identità i chi va regolarizzato. Tutti dettagli che il modello tradizionale non prevede. Dalle Poste provano a spiegare l’arcano: «Il nostro accordo con il Ministero riguarda il pagamento dei modelli, non la loro distribuzione». Bene, ma un ufficio postale si trova quasi sempre anche nei paesi più sperduti, non altrettanto avviene con un pc: non si potrebbero prevedere delle sinergie per una sanatoria che in fondo durerà poco più di un mese?: «Se ci chiederanno una collaborazione, ne parleremo - spiegano dalle Poste - ma per ora non ci è giunta nessuna richiesta». Contattati telefonicamente, gli uffici del Ministero dell’Interno hanno assicurato che il modello sarà distribuito anche per via cartacea ma non hanno saputo fornire tempistica e dettagli merito. In compenso il loro numero verde (800 196 196) ieri funzionava ad intermittenza ma ribadiva: il modello si scarica solo via internet.

Viva internet.

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