Bagdad, autobomba all’università fa strage di studenti e insegnanti

Doppia esplosione con 65 morti e 110 feriti Agghiaccianti dati dell’Onu sulle violenze: solo nel 2006 ci sono state 34mila vittime

Bagdad, autobomba all’università fa strage di studenti e insegnanti

da Bagdad

Dopo alcuni giorni di calma relativa, a Bagdad è tornato a scorrere il sangue: quasi cento persone sono state fatte a pezzi, massacrate in una raffica di attacchi, omicidi e attentati di cui il più grave - almeno 65 morti e 110 feriti - è stato compiuto con due autobomba davanti a una università e ha falciato vittime soprattutto fra studenti e professori. Nelle ore precedenti erano già stati presi di mira un mercato rionale, una moschea e delle pattuglie delle forze di sicurezza.
Va sottolineato che il bilancio della giornata, che in serata era ancora provvisorio, avrebbe potuto essere ancora più grave, considerato che l’esercito iracheno ha scoperto e disinnescato tre autobomba.
Proprio ieri mattina un funzionario delle Nazioni Unite a Bagdad aveva reso noto il tragico bilancio dei morti ammazzati nel 2006 in tutto l’Irak: sono oltre 34mila, cui vanno aggiunti 36mila feriti. Una media di 94 morti al giorno, con tendenza al peggioramento. I dati dell’Onu, elaborati in base a informazioni raccolte presso obitori, ospedali, stazioni di polizia, sono peraltro in forte contrasto con quelli diffusi alcuni giorni fa dal governo iracheno, secondo cui il bilancio del 2006 sarebbe di 12.320 morti.
Gli attentati nella capitale sono cominciati di buon’ora, con una bomba collocata sul ciglio di una strada del quartiere commerciale di Karrada che ha ucciso due poliziotti e due civili. Hanno fatto seguito l’esplosione di un ordigno davanti a una moschea sunnita nel quartiere Khaliani, “doppiato” da un altro quando sono arrivati i soccorsi; un’autobomba nel grande e degradato quartiere sciita di Sadr City e un assalto con armi automatiche da parte di un commando sulla folla in un mercato. Episodi che hanno provocato in totale decine di morti e di feriti.
Ma il massacro più grave è avvenuto alle 16, davanti all’università al Mustansiriyah, il più antico ateneo della capitale, ora ritenuto di fatto controllato dai seguaci del leader sciita Moqtada Sadr. Sulla dimanica ci sono diverse versioni, ma secondo la polizia una prima esplosione, causata da un’autobomba, ha falciato gli studenti che finite le lezioni stavano uscendo dal cancello principale. Presi dal panico, ragazzi e professori si sono allora ammassati in un accesso secondario, dove un attentatore suicida si è fatto saltare in aria. C’è confusione anche sul numero totale delle vittime. Fonti della sicurezza parlano di 60 morti e 110 feriti. Notizie successive fanno salire il bilancio a 65 morti e 138 feriti, mentre testimoni hanno riferito di aver visto i soccorritori portare via i cadaveri con diversi camion.
L’impennata di violenze segue di 24 ore le esecuzioni dei due ex gerarchi del deposto regime Barzan al Tikriti e Awad al Bander.

Sulle loro tombe ieri si sono recate in “pellegrinaggio” centinaia di persone, che hanno espresso lutto, collera e desiderio di vendetta. E coincide con l’arrivo a Bagdad dei primi 4.000 soldati americani, dei 21.500 inviati di rinforzo dagli Stati Uniti per portare in città ordine e sicurezza.

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